Cultura

Il Teatro Romano adagiato sulle pendici del Cidneo

Rappresenta uno degli esempi più significativi della X Regio romana, che andava dall'Istria al Bresciano. È stato riaperto nel 2014
  • Il Teatro Romano di Brescia, ai piedi del Cidneo
    Il Teatro Romano di Brescia, ai piedi del Cidneo
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Si tratta del complesso indagato più di recente dell’area archeologica a ridosso di via Musei, complice la demolizione tra gli Anni ’60 e ’70 di alcuni edifici recenti. L’impianto risale all’età augustea (fine I secolo a.C. – I secolo d.C.) ma venne più volte rimaneggiato fino al terzo secolo. Il teatro sorgeva in una posizione particolarmente felice: parte delle gradinate appoggiavano direttamente sulla roccia del Cidneo, a pochi passi dal Foro e dal Decumano massimo (l’odierna via Musei). Lo sviluppo del frontescena era notevole, raggiungendo i 30 metri che lo rendevano di eguale altezza all’anello di gradoni superiore.

La fastosità della struttura era notevole: al punto da essere considerata tra le più grandi per dimensioni della X Regio romana, quella che andava dall’Istria al Bresciano, dopo gli  di Verona e Pola (tra i principali esempi in larga parte conservatisi fino ai nostri giorni di tutta l’area, da non confondere però con le più note arene, che erano in realtà anfiteatri). Gli scavi hanno documentato la presenza di marmi policromi ad arricchire l’allestimento dell’intero complesso.

Fu tra gli edifici di epoca romana più longevi e ne è documentato l’impiego fino al V secolo d.C. Abbandonato forse in conseguenza di crolli dovuti ad un terremoto, offrì materiale lapideo a successivi interventi edili nella zona. Fino al XII secolo ne è attestato l’impiego quale tribunale. Al pari del Foro romano, venne dismesso definitivamente quando terra dilavata dal sovrastante Cidneo finì col ricoprirlo totalmente.

Sui suoi resti fu edificato nel Cinquecento Palazzo Maggi-Gambara (immortalato tra l'altro in uno degli scatti di Alfred Seiland esposto nella mostra «Imperum Romanum»), che nei secoli assunse anche varie funzioni pubbliche, da ultimo nel Novecento quelle di caserma dei Carabinieri e scuola. Successive demolizioni ne hanno consentito di recuperare ampia parte delle strutture, per la definitiva riapertura datata 2014. Oggi è parte del Parco Archeologico e visitabile (www.bresciamusei.it)

Di recente ha accolto anche parte delle 72 opere di Mimmo Paladino che hanno costituito un significativo di caso di mostra diffusa nel centro storico della Leonessa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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