Cultura

Baudo e Rovazzi potrebbero condurre Sanremo Giovani

Il direttore artistico Baglioni ha confermato che l'idea c'è, ma non c'è nulla di definitivo. Nel frattempo parte il suo tour celebrativo
Fabio Rovazzi e Pippo Baudo - Foto Ansa
Fabio Rovazzi e Pippo Baudo - Foto Ansa
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Il decano della tv italiana e il giovane cantante che ha spopolato al grido di «Andiamo a comandare»: Pippo Baudo e Fabio Rovazzi

«Un'accoppiata interessante», la definisce il direttore artistico del Festival di Sanremo, Claudio Baglioni, che nell'incontro di ieri sera con i giornalisti, dopo il via al Nelson Mandela Forum di Firenze del suo nuovo tour Al Centro con il quale celebra 50 anni di carriera, non smentisce le voci che vogliono i due alla guida del prossimo Sanremo Giovani. 

Non smentisce, Baglioni, ma allo stesso tempo cerca di frenare: «Mi piacerebbe, sì, e li abbiamo incontrati. Ma ne abbiamo incontrati anche altri. I cantanti, in fondo, potrebbero anche presentarsi da soli. Io ci sarò, ma non in trasmissione». 

Sanremo Giovani è il primo step che porta al Sanremo bis del divo Claudio, dopo i fasti del febbraio scorso. La prima conferma è sul numero degli artisti che porterà all'Ariston: saranno 24. 

«Ventidue seniores e due giovani, i vincitori di Sanremo Giovani. Gareggeranno in un'unica categoria», spiega Baglioni, alla sua prima conferenza stampa in piena notte dopo oltre 3 ore di show partito da Questo Piccolo Grande Amore per arrivare a Con Voi («festeggio 50 anni di carriera, ma c'è sempre qualcosa che non avevi fatto prima»). 

Sul resto si sta ancora lavorando: si ipotizzano i nomi degli ospiti (in pole position Andrea Bocelli), quelli dei cantanti in gara (Irene Grandi, Motta, Arisa starebbe perfezionando la loro candidatura) e i possibili conduttori (già tramontata l'ipotesi Paola Cortellesi, si guarda altrove). Ma il dittatore artistico per ora, oltre che sul tour da oltre 40 date nei palazzetti che ripercorre per la prima volta cronologicamente 50 anni di note, deve concentrarsi su Sanremo Giovani, con un'intera settimana (dal 17 al 21 dicembre con tappe di avvicinamento nel preserale di Rai1 per conoscere i 24 finalisti - 18 da Sanremo Giovani, 6 da Area Sanremo - e due prime serate il 20 e 21 dicembre su Rai1 che decreteranno i due vincitori che approderanno all'Ariston) dedicata a quelle che una volta si chiamavano Nuove Proposte. 

«La mia ambizione - ha detto Baglioni - è riuscire a dare a questa rassegna un'attenzione separata e unica. Nel momento in cui si sovrappone al festival, spesso viene confinata alla fine o all'inizio: l'obiettivo è dare una possibilità a questo talento giovane, che esiste e non ha tante forme e formule per essere conosciuto. È qualcosa di diverso dal talent, che nasce come format tv e prevede ogni anno una rotazione». 

Superato anche il dualismo esistente tra la piattaforma Rai di Sanremo Giovani (dove sono arrivate tra le 800 e le 900 candidature, in aumento) ed Area Sanremo. «Tutti potranno gratuitamente partecipare con una canzone inedita». Fino a dicembre, comunque, la cavalcata sarà lunga e impegnativa (28 date in meno di 40 giorni). 

Il tour si fermerà il 24 novembre, per riprendere poi dal 16 marzo dopo l'impegno in Riviera. L'impianto è quello visto nelle tre anteprima a Verona (una delle quali trasmessa anche in diretta tv su Rai1), appena più snello e adatto agli spazi al chiuso. «Avremmo voluto portare l'Arena nei palasport, ma non era trasportabile», scherza Baglioni, che sul palco al centro, con il pubblico disposto a 360 gradi, è affiancato da 21 musicisti e 26 tra performer e acrobati. «Il centro è il punto in cui nelle arene indoor si sente peggio, e chi ci hanno messo? Il cantante», ironizza ancora e gioca sui costi della produzione: «per fortuna che abbiamo lo sponsor (Tim, sponsor unico), io volevo anche altre idee, tipo portare sul palco qualche elefante, ma di quelli piccoli, però». Il concerto è un viaggio nel tempo dalle prime canzoni (Porta Portese, Amore Bello, E tu, Poster) alle produzioni più recenti. Spazio alla musica, zero ai discorsi. «I concerti non sono dibattiti, né indagini sociologiche. Sono una fabbrica di visioni e di sensazioni». E il pubblico, che ha già fatto registrare molti sold out, è decisamente d'accordo con lui. «Il segreto di questo mestiere? Rimanere sempre ragazzini».

 

 

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