Cultura

Allevi: Lo sciamano del pianoforte incanta l'agorà

Piazza Loggia stracolma di fan ieri sera per il concerto di Giovanni Allevi. Nonostante le condizioni del tempo, il concerto bresciano si è chiuso in un tripudio collettivo.
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Anche ieri sera, sedendo in una piazza Loggia stracolma di fan del fenomeno pianistico marchigiano, incuranti anche della minaccia di pioggia, era forte la sensazione di essere capitati nel mezzo di un potente rito tribale.

All'inizio c'è solo un brusio carico di attese, centinaia di occhi aggrappati al pianoforte solitario sul palco, totem inanimato in attesa del miracolo. Miracolo che puntualmente si compie quando il pianista e compositore Allevi sale sul palco, conversando con il pubblico come un vecchio amico e presentando i brani con tono stralunato.

Poi, tocca al pianoforte. La spina dorsale del concerto sono i brani dell'ultimo disco di Allevi, «Alien»: «Secret love», «Giochi d'acqua», «Helena»... nomi di un'esperienza sonora omogenea, maschere di una creatività che si nutre anche di pop.

Nota dopo nota, Allevi evoca, ammalia, incanta la sua platea, che sembra anticipare con un fremito ogni gesto delle dita, quasi stesse rivedendo un film di cui conosce a memoria le battute. Nel pianoforte di Allevi si trova di tutto, da Bach alla disco music, dalla new age a vaghi echi jazz.

Il concerto bresciano si chiude in un tripudio collettivo. Allevi si serve di un linguaggio musicale già esplorato da svariati artisti (David Lanz, Michael Jones, Tim Story su tutti). Il risultato, però, è quello di un'evocazione sciamanica in cui i fan, attraverso le note del loro beniamino, si appropriano di ricordi, divertimento, emozioni.
Il rito piace, funziona: la fama di Allevi - l'alieno-sciamano degli ottantotto tasti - è intatta.

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