Strada facendo

Urago Mella, l’addio a una giovane coraggiosa e il legame con «Sangue impazzito»

Il funerale di Paola mi porta nella chiesa della Natività della Beata Vergine. Proprio sul sagrato mi torna in mente lo struggente brano dei Timoria
La chiesa della Natività della Beata Vergine a Urago Mella - © www.giornaledibrescia.it
La chiesa della Natività della Beata Vergine a Urago Mella - © www.giornaledibrescia.it
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Il funerale della giovane Paola, che con coraggio indomito ha combattuto contro il drago, che pure a un certo punto, dopo la chemioterapia pareva avesse potuto sconfiggere, mi porta nella chiesa della Natività della Beata Vergine a Urago Mella, orgoglioso borgo, già autonomo paese, e ora vivace quartiere della dinamica Brescia.

La parrocchiale è una miscela di emozioni, lacrime e sorrisi che si abbracciano. Il silenzio delle menti è avvolto dalla musica dei cuori e dal calore dell’amicizia e della condivisione che alla fine esplode in musica vera. Note che salutano, dicendo arrivederci e non addio, alla giovane guerriera che ha combattuto senza cedere di un millimetro di fronte alla devastante malattia.

Ci aveva illuso, quasi, che quel terribile drago lei lo avesse sconfitto, infilzandolo con la lancia del suo indomabile sorriso e con la ferrea volontà e dedizione per il proprio lavoro.

I Timoria - © www.giornaledibrescia.it
I Timoria - © www.giornaledibrescia.it

All’uscita dalla cerimonia, nel momento del distacco anche fisico dei sui cari e degli amici, con il carro funebre che s’infila nell’ordinato reticolo del quartiere assunto a simbolo del tifo per le Rondinelle, nella mente s’affacciano le parole e la musica di «Sangue impazzito» dei Timoria: «…Corro via, ma non so se fuggire o rincorrere qualcosa, forse chi. Sono qui e dentro me, sangue impazzito, che mi spinge fino a voi…».

In un attimo capisco: la mente ha riconosciuto che questo sagrato, dopo una tribolata notte nell’alba di una domenica, ispirò al bravo Omar Pedrini il poetico brano. L’inconscio mio l’ha collegato alle cellule impazzite di Paola. «…Vi guardo da qui…», continua la canzone, e istintivamente volgo lo sguardo al cielo dove dardeggiano nuvole multicolori per salutare la giovane coraggiosa guerriera, augurandole buon viaggio nell’infinito.

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