Brescia, il lavoro, i motori, la Mille Miglia

Forse non è un caso se il Museo della Mille Miglia sorge su un vecchio monastero: Brescia ha un’anima meccanica, industriosa e al tempo stesso artistica e gentile
Un passaggio romano della Mille Miglia - © www.giornaledibrescia.it
Un passaggio romano della Mille Miglia - © www.giornaledibrescia.it
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Mille Miglia e subito pensi a una corsa senza pari, ricca di scorci senza eguali, passaggi in centri storici mozzafiato, gonfia di emozione e di storia. E poi, dire Mille Miglia significa dire Brescia, con il suo portato enorme di lavoro, tecnica. Terra immersa nell’humus dell’impegno che sfuma sovente nella caparbietà. Terra di ingegno e meccanica. Di silenzi e passione per i motori. Brescia della velocità nella sua storia e, vogliamo continuare a crederlo, nel suo futuro.

Mi trovo nella zona est della nostra bella città, al cospetto delle mura del monastero di Santa Eufemia della Fonte – inizialmente dedicato a San Paterio, ventitreesimo vescovo di Brescia – dell’anno 1008, affidato ai monaci benedettini dal fondatore, il vescovo di Brescia Landolfo. Oggi la struttura è un prezioso deposito culturale, emblema dell’innovazione e della creatività di cui sono capaci Brescia e i bresciani: il Museo della Mille Miglia, la corsa più bella del mondo la cui edizione rievocativa del 2025 è stata svelata pochi giorni fa.

Mi piace pensare non sia affatto casuale che il Museo sia ospitato qui. Cultura e lavoro, paradigmi benedettini, anche allora procedevano all’unisono: insieme alle preghiere e all’attività amanuense, preziosissima per tramandare ai posteri sentimenti e conoscenza, i monaci utilizzavano l’energia del vicino naviglio per far funzionare mulini e per alimentare l’agricoltura. Al monastero, alla sua storia, dovremmo metaforicamente guardare per riflettere sull’essenza e sul significato attuali del lavoro, dell’impegno, della cultura, dell’arte, dell’innovazione e seguire il fil rouge che indissolubilmente li lega. Per comprendere meglio l’anima meccanica, industriosa e al tempo stesso artistica e gentile di Brescia.

Capiremmo meglio che la celebrazione delle auto sportive, dei piloti, non sono un circo – pur affascinante – del lusso o del superfluo. Rappresentano una vetrina, elegante e seduttiva di ingegno, capacità, tecnica e tenacia. Rappresentano il volto concreto e vincente del Made in Italy e lo spirito imprenditivo, industrioso e innovativo, ancorché in più di un caso gelosamente nascosto, del nostro Made in Brescia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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