Viaggio in Engadina, seconda tappa
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Ripartire dalla Valcamonica, superare l’Aprica e poi il passo Bernina per giungere in Svizzera. E’ l’obiettivo dei due prossimi giorni del viaggio compiuto da Brescia e ritorno attraverso la Val Engadina e il corso del fiume Inn. La Valcamonica è indissolubilmente legata, per quanto riguarda la sua fama mondiale, agli antichi abitanti che hanno popolato la valle nella preistoria lasciando pietre istoriate con i pitoti. Appena partiti da Boario la ciclabile verso Breno porta proprio davanti all’Archeopark, ricostruzione a sfondo ludico e didattico, di un antico villaggio preistorico. Un simpatico laghetto con piroghe ricostruite, laboratori didattici per la lavorazione della ceramica e dei piccoli oggetti di uso quotidiano, abitazioni di legno con tetto di paglia come dovevano essere all’epoca sono offerte ai turisti in una visita dal sapore didattico. Dopo questa breve digressione storica, ripartiamo alla volta di Breno lungo altre tracce storiche. E’ il caso di Cividate Camuno con il suo splendido anfiteatro romano e poco più in là il ritrovato santuario di Minerva che racconta la ultramillenaria storia della valle. Breve salita per raggiungere Breno con il suo castello medioevale che merita una visita, al pari del paese, e prendiamo il treno delle Ferrovie Nord in direzione Edolo.
Sebbene la distanza sia poca, da Breno a Edolo c’è solo la statale che a Cedegolo è pericolosa per chi va in bici, stretta com’è nei pressi del centro abitato cinto d’assedio dal traffico da e per l’Alta valle. Da Edolo ci aspetta invece una prima seria salita: l’Aprica. Non è il Mortirolo, ma con le sacche appese alla bici anche un cavalcavia diventa una difficoltà. Per evitare il traffico della statale, optiamo di affrontare il passo attraverso la strada di Santicolo: più impegnativa, ma quasi sgombra di auto: finalmente si comincia a respirare un poco di aria di montagna. Riprendiamo dopo Corteno Golgi la statale, pochi chilometri e siamo in vetta. Ciao, ciao Brescia, ci rivediamo fra una settimana. Ci tuffiamo a questo punto verso la Valtellina affrontando la discesa di Stazzona. Se le borse sono una zavorra in salita, in discesa ti mettono il turbo. Il contachilometri supera i 70 orari, ma facciamo buon uso dei freni per non rischiare l’osso del collo. Eccoci finalmente a Tirano dove pernottiamo in un simpatico bed and Breakfast.
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