UNA SQUILLO PER L'ISPETTORE KLUTE

Regia: Alan J. Pakula
Con: Jane Fonda , Donald Sutherland, Charles Cioffi, Roy Scheider , Dorothy Tristan, Rita Gam
Genere: poliziesco
Distribuzione: Sinister film
Oggi il titolo italiano (quello originale è semplicemente “Klute”) che per altro indirizza meglio l’attenzione dello spettatore (è raro, ma a volte capita) non ha per nulla l’effetto trasgressivo che ebbe nel 1971 in un Paese in cui ciò che riguardava il sesso era ancora tabù e quelle che lo vendevano per le strade erano chiamate con espressione che non celava la stizza “signorine”. Ma come, parlare di squillo, ossia di una prostituta! E per i più sullo schermo si sentivano registrati (non mostrati) incontri di amore mercenario e anche violento. Oggi “Una squillo per l’ispettore Klute”, fortunatamente reperibile in dvd grazie a Sinister, ha perso tutto il suo carattere sulfureo e acquisito invece in qualità, opera seconda di un Pakula che fu annoverato tra gli esponenti della "New Hollywood", gruppo di giovani artisti che annoverava tra gli altri anche Sydney Pollack, Francis Ford Coppola e Martin Scorsese, che rifuggivano dal cinema disimpegnato e nei loro film volevano mettere più realismo e trattare di denunce sociali e politiche. Questo suo che valse alla bravissima Jane Fonda i primi Oscar e Golden Globe da protagonista (la seconda statuetta e il quinto dei sei Globe le sarebbero arrivati nel 1979 con “Tornando a casa”), anche se venato di giallo non è tanto un poliziesco o un noir quanto un lento viaggio nella notte (di una città e di due persone), tra le maglie della paura e della solitudine, dell'incapacità di confessarsi e conoscersi, sull'impossibilità di vedere davvero. Non a caso c’è chi lo ha letto come capitolo d’apertura di una trilogia continuata con “Perché un assassinio” del 1974 e conclusa con “Tutti gli uomini del presidente” del 1976 che vuol rappresentare il disagio americano degli Anni 70, di un paese che non ha ancora metabolizzato l’omicidio di Kennedy, scosso dalla guerra del Vietnam e dagli scandali alla casa Bianca, preda di una sorta di psicosi dovuta ad una sensazione di minaccia permanente. Come quella che si respira appunto mentre l'ispettore Klute (Donald Sutherland), venuto a New York dalla Pennsylvania per cercare un dirigente d’azienda e suo amico scomparso sei mesi prima, incontra e poi assedia soprattutto psicologicamente la prostituta Bree (la Fonda), unico indizio cui è risalito tranne alcune lettere sguaiate che le sarebbero state inviate dalla persona ora introvabile e che lei non ricorda di aver frequentato, ma che l’avrebbe perseguitata con anonime chiamate telefoniche. Klute è convinto che la ragazza, la quale si dice disposta a soddisfare gli appetiti sessuali e i capricci, anche i più torbidi, dei suoi clienti, sia la chiave per risolvere il mistero e forse potrebbe esserlo. Ma è proprio così spregiudicata Bree, è una donna irreparabilmente persa, oppure dietro la scorza professionale di dura e insensibile si cela un’anima sofferente come mostra il fatto che abbia bisogno di sedute con l’analista ?
Non è magari solo una povera giovane che aspira a fare l’attrice ed è finita invece a recitare di provare piacere con i clienti e che sotto la maschera di freddezza cela tutta la sua sensibilità e fragilità? E Klute, l’ispettore venuto dalla provincia, con l’ingenuità di chi vivendo lì non ha conosciuto e assorbito il degrado morale della metropoli, non è forse pure lui uno spaesato, un solitario, un incapace di relazionarsi con gli altri a causa di timidezza ed ombrosità? È un film che non sale mai di tono, senza scene madri ed eccessi questo di Pakula che con stile volutamente frammentario, fra penombre e zone di oscurità, tempi morti e assenze di dialogo riesce a trasmettere il disagio intimo, psicologico e sessuale di due esseri prigionieri delle proprie ossessioni e dissimulazioni. Il mistero alla fine verrà risolto, gli amanti del giallo tradizionale saranno appagati, ma non è questo ciò che più conta in un film che è quasi un “thriller da camera”, oscillante tra l’impronta mystery e una melodrammatica e introspettiva. Un film all’epoca anticonformista, dal superbo scavo psicologico femminile, senza tocchi di pietà, falsi e facili moralismi, concentrato su sguardi fissi sulle espressioni degli attori anziché sull’azione che ancora oggi si fa vedere con piacere e grande interesse. Il dvd di Sinister è tecnicamente curato e per extra – un pregio - offre oltre al consueto trailer anche il making, più il consueto trailer.
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