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Tradizioni contadine: i metodi antichi per prevedere il meteo

La Redazione Web
Tra le più curiose c’è la lettura delle cipolle, le calende, l’interpretazione dei semi di cachi e i proverbi legati a giorni specifici dell’anno
La preparazione delle scodelline di cipolla - © www.giornaledibrescia.it
La preparazione delle scodelline di cipolla - © www.giornaledibrescia.it
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Tra le tradizioni contadine più curiose per prevedere il tempo c’è la lettura delle cipolle, una pratica affascinante risalente al Medioevo. Nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, dodici spicchi di cipolla, rappresentanti i mesi dell’anno, vengono allineati su un davanzale esposto a est e ricoperti di sale. Al mattino, la quantità di acqua sciolta su ciascun spicchio indica le condizioni meteo: maggiore acqua significa un mese più piovoso.

Le calende

Le calende, applicate in varie regioni d’Italia, prevedono invece di annotare le condizioni atmosferiche giorno per giorno in specifici periodi, come i primi 25 giorni di gennaio o tra il 13 dicembre e il 6 gennaio. Ogni giorno corrisponde a un mese dell’anno e le previsioni vengono finalizzate il 25 gennaio, giorno di San Paolo.

Semi di cachi

Un altro metodo popolare è l’uso dei semi di cachi per anticipare l’andamento dell’inverno. Bisogna aprire il seme a metà: all’interno del seme comparirà una piccola forma bianca, che è il germoglio. La forma di questo germoglio determina l’interpretazione legata all’inverno.

Il germoglio del caco a forma di cucchiaio indica un inverno nevoso
Il germoglio del caco a forma di cucchiaio indica un inverno nevoso

I simboli da interpretare sono il cucchiaio: se il germoglio ricorda un cucchiaio, significa che l’inverno sarà particolarmente nevoso, come se si dovesse «scavare» la neve con il cucchiaio.

Se la forma è simile a un coltello, indica che l’inverno sarà rigido, con un freddo tagliente, come una lama. Se il germoglio ricorda una forchetta, è un segno di un inverno mite, con poca neve e condizioni climatiche meno severe. Questa pratica risale alle antiche comunità agricole che non disponevano di strumenti meteorologici e si affidavano a osservazioni della natura per prepararsi ai cambiamenti climatici. 

I proverbi e Santa Croce

Molti detti popolari legano i fenomeni atmosferici a specifici giorni dell’anno, come la festa di Santa Croce il 3 maggio. Nel Bresciano, uno dei proverbi più noti recita: «Se 'l piöf 'l dé de Santa Crus, per quaranta dé l'è piuùs», indicando che, se piove quel giorno, seguiranno 40 giorni di pioggia. Una versione bergamasca amplia la previsione, includendo anche San Gottardo (5 maggio): «Se al piöf de San Gotart, quaranta dé po’ ac».

Simili proverbi si trovano anche in altre aree, come nel Cremonese, nella regione di Bernina in Svizzera e in Romagna, dimostrando quanto queste tradizioni siano radicate nella cultura contadina.

La Barca di San Pietro

Una barca di San Pietro - © www.giornaledibrescia.it
Una barca di San Pietro - © www.giornaledibrescia.it

La Barca di San Pietro è invece una tradizione che si svolge tra il 28 e il 29 giugno: lasciando una brocca d’acqua all’aperto, si interpreta la formazione di filamenti simili a vele, associandoli al buon auspicio per il raccolto.

A seconda di come risulterà formato il veliero, i contadini sanno decifrare le condizioni del tempo che li aspetta, l'annata di raccolto, ma anche la prosperità dei componenti della propria famiglia. Vele aperte indicherebbero giornate di sole, vele chiuse e strette invece pioggia in arrivo. Un bel veliero in generale promette un'ottima annata di raccolto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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