Storie

Terrario, la mia esperienza con una foresta sotto vetro

Dopo due anni di stop rieccomi a raccontarvi della passione per piante e verde. E partiamo da un piccolo mondo dal sapore orientale
  • Terrario, la foresta che cresce sotto vetro
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Rieccoci. La pandemia mi ha distratto da questo che era, e spero torni, il mio angolo dove condividere con voi lettori, come me appassionati di piante, verde e giardino, idee, visite, spunti e lavori.
Da dove ricominciare? In questi mesi ho fatto molto. La novità più importante è che sto facendo pace con le piante da interno.
Ho una ceropegia woodii da gennaio che sto cercando di moltiplicare per propaggine, il mio primo keiki di orchidea ha fiorito per la prima volta, la pilea che è con me da luglio sta facendo un sacco di figlioletti che dovrò prima o poi separare dalla madre ed ho un micromondo nel terrario.

Da qui vorrei ripartire perché il resto ve lo voglio raccontare quando sarò certa di non raccontarvi «baggianate».
Un terrario lo desideravo da molto e ne ho visti di diversi, alcuni non mi convincevano, altri non mi piacevano, molti altri non avevano requiti tecnici minimi o non avevo modo di recuperare il materiale per comporlo. E così a Natale, per puro caso ne ho visto uno perfetto per me, un kit completo di piante, terriccio e «arredo» e me lo sono regalata (insieme alle baby ceropegia woodii e begonia maculata), complice anche un’offerta che mi ha permesso di non pagare le spese di spedizione e che mi ha regalato pure tre stampe di acquerelli di altrettante piante e una Hoya Kerrii, una deliziosa pianta a cuore (si fa economia come si può!). Il sito plove.it (azienda italiana per chi se lo stesse chiedendo) propone «Pianeta Terrarium - Il giro del mondo in 6 terrari», sei piccole biodome realizzate in collaborazione con Stefania Menna @stefyplants: Giappone, Brasile, Malesia, Messico, India e Australia. Io ho scelto la prima.

La cosa divertente è che questo terrario ha soddisfatto anche la mia spiccata propensione al bricolage perché a casa arrivano tutti i pezzi e la sfida è assemblarlo e renderlo bello come quello nella foto. E ha appassionato (per quanto possibile) anche i miei bimbi che mi hanno aiutata a realizzarlo. Tutte le piante arrivate erano in salute e, a differenza di ciò che potevo pensare, erano imballate per bene. Il mio piccolo mondo dopo le prime settimane in cui ha avuto bisogno di essere aperto e il muschio bagnato, è stabile da due mesi e i cuscini verdi hanno anche emesso nuovi getti. Il Ficus Ginseng sta crescendo dopo una bella potata per farlo entrare nella sfera, la felce dryopteris e l’orchidea gioiello se la passano decisamente bene. A volte il vetro si appanna per l’umidità, ma è tutto regolare. L’equilibrio si è creato. Ed è una gioia vedere crescere tutto in miniatura. E con tanta calma (più lentamente che in natura proprio perché è racchiusa in quell'ambiente) e serenità.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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