T2: TRAINSPOTTING

Regia: Danny Boyle
Con: Ewan McGregor, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller, Robert Carlyle, Simon Weir, Karl Argue, Kelly MacDonald, Shirley Henderson, Steven Robertson, Anjela Nedyalkova, Irvine Welsh
Genere: drammatico
Distribuzione: Universal
Nel 1996, “Trainspotting” di Danny Boyle tratto dal bestseller di Irvine Welsh fu un pugno nello stomaco per molti spettatori con il suo ritratto nichilista di giovani della periferia giovanile e proletaria britannica preoccupati di drogarsi fingendo di cercare lavoro e di disintossicarsi: Mark Renton (Ewan McGregor), Sick Boy (Jonny Lee Miller), Spud (Ewen Bremner) e il fuori dal coro (non usa sostanze illegali, ma è psicopatico) Begbie (Robert Carlyle) che li coinvolgerà a realizzare il colpo della vita che andrà a buon fine, ma porrà la parola fine sulla loro amicizia perché uno di essi li ha traditi… A 20 anni di distanza con questo ”T2 Trainspotting”, ora disponibile per l’home video, Danny Boyle ha cercato di rispondere alla domanda su che fine essi abbiano fatto e la risposta non sembra essere stata per loro felice, ognuno per la sua strada in una vita avara di soddisfazioni e con un presente che potrebbe presentarsi ancora più squallido. L’occasione di rimetterli insieme, ognuno con i suoi cocci, è fornita dal ritorno di Mark, che vive con la moglie ad Amsterdam, a Edimburgo, riporterà a galla tensioni, rimorsi, nostalgie e nuovi progetti (fallimentari come gli altri?) per il futuro. La madre di madre è morta e suo padre vive da solo nella casa di famiglia; Daniel "Spud" Murphy lotta ancora con la dipendenza da eroina, che gli impedisce di portare avanti il rapporto con la partner di lunga data, Gail, e il figlio, Fergus; l’esistenza di Simon "Sick Boy" Williamson è sempre all’insegna di crimine e piccoli espedienti e mentre gestisce con scarso profitto il pub Port Sunshine avuto in eredità dalla zia ha però una fruttifera attività di estorsione e ricatto e coltiva cannabis nel proprio seminterrato; Francis "Franco" Begbie sta invece scontando una pena detentiva di 25 anni e non ha ottenuto l'appello a causa del suo temperamento violento. Chi sta peggio, o almeno coì sembra, è Spud che Mark salva mentre cerca di suicidarsi con nastro adesivo ed un sacchetto di plastica che si è avvolto intorno alla testa nel tentativo di soffocarsi. Mark decide così di aiutarlo ad uscire dalla sua dipendenza da eroina e pure cerca di riallacciare il rapporto andato in frantumi per colpa sua con Simon, incontro dal quale scaturisce una violenta rissa. Sbollita l’ira, Mark fa sapere di esser tornato perché il suo matrimonio è finito, un infarto lo ha costretto a subire un intervento cardiaco e ha perso il posto di lavoro perché la sua ditta sta riducendo il personale. La vecchia amicizia ritorna e così pure il sogno di progetti destinati a cambiare per sempre le loro esistenze: Simon gli propone di ristrutturare il piano superiore dell'edificio nel quale si trova il suo pub, rendendolo un centro ricreativo gestito da Veronika, sua partner anche nel crimine, spacciandolo per istituto volto alla conservazione di alcune tradizioni locali e ottenere così fondi per lo sviluppo europeo. Nel frattempo, Begbie evade dal carcere, approfittando della scarsa, sicurezza, si nasconde in casa e si ridà alle rapine, stavolta portando con sé il figlio Frank Jr., la cui aspirazione è però di esser un bravo ragazzo e di frequentare il college (proprio questo è il personaggio più toccante tra tanti balordi). Ma la storia degli amici è ancora lunga, forse con nuovi tradimenti, scontri e delusioni, O forse no.
È terribilmente lucido e amaro, oltre che come l’originale dotato di una colonna sonora martellante e proposto con un montaggio violento il ritratto che Boyle fa dei suoi “eroi” in cui la nostalgia dei bei tempi andati (ci sono molti rimandi al passato nel film) sovrasta la squallida e triste quotidianità del presente in un’operazione che appare godibile soprattutto nella prima parte, ma che alla lunga sembra perdere un po’ di sostanza e non rinnova i fasti dell’originale. Divertente da vedere (il regista e il direttore della fotografia Anthony Dod Mantle ci sanno fare, eccome), non provocatorio come il n. 1 (ai pugni allo stomaco ci si abitua col tempo…) ma pure terribilmente lucido e amaro nel ritrarre le macerie di una generazione esorbitante e spavaldamente autodistruttiva di eroinomani. Basterà però ascolta di nuovo ”Lust for life” per avere un bricioli di speranza? “T2 Traoinspotting” è disponibile in dvd, blu ray e blu ray 4k (il cofanetto comprende anche il bd normale) con i medesimi extra: scene eliminate, lo special “20 anni di incubazione: una conversazione con Danny Boyle e il cast” e commento audio.
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