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Sul Benaco è allarme processionaria, in campo comuni e tecnici

Centinaia i nidi individuati sui rami delle piante, ma la rimozione va fatta da personale abilitato
Processionaria, l’involucro delle larve  su un ramo  © www.giornaledibrescia.it
Processionaria, l’involucro delle larve su un ramo © www.giornaledibrescia.it
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È allarme nel medio e alto Garda per la presenza della processionaria non solo nei boschi, ma anche nei paesi, nei giardini dove giocano i bambini e in strada. La processionaria è un lepidottero altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale. Inoltre, durante lo stadio larvale l’insetto presenta una peluria che risulta particolarmente urticante per vari animali, compreso l’uomo, e i suoi effetti si manifestano dopo un giorno.

La processionaria può creare seri problemi se la si tocca, ma anche inalando le sostanze che gli insetti secernono.

La processionaria © www.giornaledibrescia.it
La processionaria © www.giornaledibrescia.it

E del resto sono decine le persone che ricorrono al pronto soccorso. Meglio dunque non avvicinarsi e avvisare tempestivamente la polizia locale, i carabinieri forestali o il comune. L’anno scorso le gelate primaverili, con temperature al di sotto dello zero di diversi gradi, hanno decimato l’insetto, la thaumetopoea pitycampa o la sua cugina processionea comunemente chiamate processionaria del pino o della quercia. L’inverno che sta per finire non è stato sufficiente per debellare un problema che puntualmente, ogni primavera, si ripropone. Centinaia di nidi di processionarie sono state avvistate a Riva, Limone, Tremosine, Gargnano, a Toscolano, ma anche nel basso lago: «L’innalzamento delle temperature - afferma il fitosanitario della Regione Lombardia Marco Bazzoli - ha portato i lepidotteri a costruire i nidi, bozzoli lanugginosi sino a 1.300 metri di quota». Sono le sostanze contenute nella peluria delle larve a creare problemi.

Attacchi d’asma, dermatiti o congiuntiviti. Basta una folata di vento e si è raggiunti anche se a metri di distanza. Molti comuni gardesani hanno provveduto in inverno con la rimozione manuale dei bozzoli. Ora che le larve sono in movimento nell’ambiente non si può intervenire. 

«Si agisce manualmente in inverno o con sostanze chimiche, ben più costose. Ce ne sono di più o meno rispetto al passato?» si domanda il dottor Marco Bazzoli. «Va a cicli. Con i primi caldi si vedono le processioni. Attenzione quindi».

Utilizzare guanti, mascherine e occhiali quando si rimuovono i nidi in inverno. Non toccare mai la processionaria a mani nude e non portare gli abiti dentro casa. Già alla fine degli anni Settanta si era cercato di debellare la processionaria inserendo nei boschi del Garda la formica rossa importata dall’America. Ma si è compreso che la tecnica migliore è di staccare da ogni pianta i bozzoli che contengono le larve. In alcuni casi rimangono in letargo, sottoterra, anche sino a sette anni prima di iniziare la loro processione. Oltre all’uomo a rischio anche i cani. In alcuni casi si sono avute delle morti. «Attenzione quindi» raccomanda Marco Bazzoli soprattutto nell’alto Garda, tra Limone, Tremosine, Tignale, Gargnano e Valvestino. La processionaria migra e grazie al clima raggiunge posti dove un tempo non era conosciuta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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