Sollevamento pesi, il bresciano Giovanni Zanetti sogna le Olimpiadi

Francesco Venturini
Il ventenne si è laureato campione italiano Juniores nella categoria 88 chilogrammi: «Ora lavoro duramente per Los Angeles 2028»
Sollevamento pesi, Zanetti campione italiano
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Sognare le Olimpiadi non basta, bisogna avere il coraggio di dirlo ad alta voce. Questo coraggio non manca di certo al ventenne bresciano Giovanni Zanetti: per lui Los Angeles 2028 non è un miraggio, ma un obiettivo concreto, che vuole raggiungere con duro lavoro, tenacia e forza di volontà. Il primo passo è già stato compiuto. Ai Campionati Italiani Juniores di sollevamento pesi, disputati a Bari il 15 e 16 marzo scorsi, si è laureato campione nella categoria 88 chilogrammi.

Gli inizi

Questo risultato ha radici in una stanza di pochi metri quadri, allestita solo con un bilanciere e una barra per le trazioni. È il luogo nel quale Zanetti ha iniziato ad allenarsi, per poi spostarsi nella palestra di Casazza – zona Nord di Brescia – dell’Asd Gangs (i titolari sono i soci Giovanni Cardaiolo e Giuseppe Lanzini). Il giovane la frequenta più volte al giorno, per un totale di 15 sessioni a settimana. A Bari, Zanetti ha primeggiato nei 132 chilogrammi di strappo e nei 165 di slancio. Il totale sollevato è stato di 297 chilogrammi. Le due distinte performance e la loro somma gli sono valse ben tre medaglie d’oro.

Lunga strada

«La strada per Los Angeles 2028 sarà lunghissima, con ostacoli da superare, ma non ho paura – afferma –. Ho un gruppo che mi supporta e mi aiuterà pure in questo viaggio. In gara non ero nella mia condizione migliore, venivo da un’influenza, ma volevo esserci. L’obiettivo non era tanto il peso, ma la perfezione: sei prove giuste su sei. Ed è andata esattamente così. Questo è solo il primo passo di una maratona verso il mio sogno». Allenamento, riposo, alimentazione corretta: Giovanni segue da sempre una routine e lo fa con disciplina assoluta.

In Australia

Nel suo percorso è stato fondamentale un momento di stacco, coinciso con un’esperienza in Australia, dove si è trasferito per «provare a vivere come un ventenne». Al ritorno, la sua consapevolezza era aumentata. «Là ho passato notti insonni. Sentivo che mi mancava qualcosa. L’obiettivo, la fame, la voglia di raggiungere qualcosa di grande – ricorda –. Le Olimpiadi, adesso, sono il mio pensiero fisso. Ora ho due opzioni per il prossimo passo da compiere: partecipare all’Europeo di categoria di Tirana, in Albania, a settembre, o giocarmi le mie carte agli Assoluti di Roma, in dicembre. Quest’ultima competizione mi interessa di più. Voglio vincere in una gara senza limiti d’età. L’obiettivo è aumentare il totale di 40 chili. Posso farcela. Da giugno 2024 ho già incrementato il carico di 80, ho il tempo per prepararmi nel modo giusto».

Generazione

Giovanni lavora sodo, ma al contempo tiene gli occhi aperti su di sé, sui suoi coetanei e sul mondo che lo circonda. «Molti ragazzi della mia età hanno smesso di credere nelle proprie possibilità – analizza –. Siamo ipnotizzati dai social e facciamo fatica a vedere la bellezza di un percorso, il valore della fatica, il senso della sfida. C’è paura di emergere per timore del giudizio altrui, ma così limitiamo la vita vera, fatta di sacrifici, cadute e ostacoli. Solo superandoli capisci davvero chi sei e di cosa sei capace». Dopo la gara, gli hanno chiesto quale fosse il suo sogno. E lui non ha esitato: «Le Olimpiadi». Perché non si può raggiungere un obiettivo se prima non si ha il coraggio di nominarlo ad alta voce.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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