«Nel mio negozio spazio alla creatività con prodotti locali ed europei»

In corso Cavour, in centro a Brescia, Filippo Rabito propone oggetti d’arredamento che siano attenti all’ambiente
Nel negozio di Filippo Rabito i prodotti di artigiani locali ed europei © www.giornaledibrescia.it
Nel negozio di Filippo Rabito i prodotti di artigiani locali ed europei © www.giornaledibrescia.it
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Artigiani bresciani, italiani ed europei, prodotti ricercati, accessori d’arredamento realizzati con materiali riciclati. E simpatia. Questo offre Filippo Rabito che nella primavera 2023 ha aperto «The rabbit stool» in corso Cavour, a Brescia. Una storia, la sua, che potremmo inserire nella cosiddetta «Great resignation», le dimissioni di massa post Covid.

Originario della provincia di Agrigento, di Santa Margherita di Belice, 32 anni, Filippo arriva a Brescia per frequentare l’Accademia SantaGiulia dove si diploma in Decorazione - Interior design. Al terzo anno comincia a lavorare in Ikea e lì resta per i successivi 9 anni e mezzo partendo dallo stage e arrivando a ricoprire il ruolo di visual merchandising.

«Nel giugno del 2022 mi sono licenziato, ero stanco della vita da centro commerciale, avevo voglia di luce e di non stare più al chiuso anche se il lavoro mi piaceva – racconta –. Subito ho cominciato a lavorare in un altro negozio, ma dopo poco ho capito che volevo provare a fare qualcosa di mio».

La crisi delle materie prime post pandemia e l’esperienza fanno il resto: «Nel mio negozio ho voluto prodotti il più possibile locali ed europei per non essere soggetti ai blocchi dovuti a crisi internazionali e perché qui ci sono leggi che regolano il lavoro e tutelano i lavoratori. Spesso, di ciò che compriamo, dato che arriva dall’altro capo del mondo, paghiamo più la catena che il materiale». Una scelta non facile tanto che le sue cornici, per fare un esempio, hanno il crilex al posto del vetro perché quest’ultimo arriva dalla Cina.

La scelta di Corso Cavour non è casuale: «È uno spazio vivo, una via di passaggio, vicina al Mo.Ca, a negozi piccoli, alcuni dei quali di arredamento, dove c’è quell’impronta che volevo dare al mio negozio, non comune». E ora ha aperto, proprio di fronte, anche il Cinema Moretto: «Un cinema diverso, ricercato. Non la classica multisala». Il nome? Un gioco di parole con il suo cognome e la volontà di richiamare un oggetto d’arredo scandinavo, ma ci sono anche altre interpretazioni (Filippo sarà divertito a raccontarvele!).

Sugli scaffali vasi coloratissimi, piatti e tazze, cuscini Arts and Crafts, bicchieri ricavati dalle bottigliette del Crodino, panche fatte con gli skateboard, i taglieri di Glori di Castegnato, i vasi Terra cruda di Monica Bispo di Carpenedolo. E molto altro. «Una ricerca attraverso Instagram, fiere, mercatini e un marketplace europeo – racconta Filippo –. Ora la sfida dell’online».

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