Premio Bulloni 2024, Notarangelo e una vita per i piccoli pazienti

Barbara Fenotti
Alla dottoressa il Premio Nica e Candida Ranzanici: 30 anni nella cura dei tumori dei bambini
Lucia Dora Notarangelo - © www.giornaledibrescia.it
Lucia Dora Notarangelo - © www.giornaledibrescia.it
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La dottoressa Lucia Dora Notarangelo, Premio Nica e Candida Ranzanici, è la specialista che si spera di trovare quando la malattia fa capolino. Una diagnosi di tumore è un dramma per chiunque, ma la differenza la fa il medico, in questo senso, la dottoressa Notarangelo che negli ultimi trent’anni ha saputo essere un appiglio medico e umano per i pazienti, soprattutto bambini.

Medica attenta, scrupolosa e competente, dal 1995 al 2021 è stata responsabile del Day hospital dell’Oncoematologia pediatrica del Civile di Brescia e da tre anni ha lasciato la corsia per entrare a far parte della direzione medica del presidio ospedaliero dei bambini.

Punto di riferimento nell’ambito della pediatria bresciana, ha istituito un centro per la diagnosi e la cura delle malattie emorragiche congenite riconosciuto dalla Regione e accreditato dall’Associazione italiana centri emofilia. In più occasioni, dal 2006 al 2019, è stata responsabile facente funzione dell’Oncoematologia pediatrica e trapianto midollo osseo e per diversi anni è stata docente all’Università degli studi di Brescia, oltre ad essere membro di molteplici gruppi di lavoro in Regione per la formulazione del Piano diagnostico terapeutico.

«Quando studiavo medicina non pensavo avrei percorso questa strada - racconta -, ma ad oggi posso affermare che è stata un’esperienza che rifarei, nonostante a volte sia stata dal punto di vista emotivo molto impegnativa. Quello che ho imparato è che nessuno si salva da solo: il lavoro di squadra tra tutto il personale e i volontari è essenziale; ho ricevuto moltissimo dai bambini e dalle loro famiglie e mi è capitato di pensare di aver dato meno io a loro di quanto loro abbiano dato a me».

Per Notarangelo questi 30 anni hanno significato anche assistere all’avvento di nuovi protocolli di cura, quindi di nuove speranze. «Oggi, almeno per quanto riguarda le leucemie, il 90% dei bambini guarisce: questa prospettiva aiuta me e i miei colleghi ad affrontare le difficoltà emotive che il nostro lavoro ci mette davanti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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