Premio Bulloni 2024, la carità solidale di don Armando Nolli
È per il suo esempio, il suo impegno costante al servizio delle comunità, per l’attenzione ai più bisognosi, le sue doti spirituali e la sua capacità di coinvolgere realtà sociali, associative e tanti giovani in progetti solidali che la città dona a don Armando Nolli il Grosso d’oro, massimo riconoscimento civico che Brescia può assegnare.
«Le cose si fanno perché capitano - dice con grande umiltà e schernendosi per l’onorificenza -. Da 45 anni sono in città e ci sarebbero altri che potrebbero ricevere il Grosso. Se non fossi stato parroco di San Faustino e nella Caritas sarei un illustre sconosciuto, ma sono riuscito a creare rapporti d’amicizia con molti in alcune importanti istituzioni, come la Fondazione Comunità Bresciana, e tutto è dipeso sempre dai rapporti umani e dall’amicizia - insiste -, che ti fanno cogliere la positività delle persone.
E la vita cambia. Non è merito mio, ma dell’amicizia che consente di capirsi al di là delle diversità». Tant’è vero che «a 80 anni ho imparato a non contare gli anni ma gli amici, anche laici, che ho avuto nella vita. Persone straordinarie con grande apertura mentale, in tanti ambiti diversi».
L’impegno
A caratterizzare l’operato di don Nolli è sempre stata la carità solidale, vero «motore del suo agire», fin da quando, negli anni ’60, si prese cura dell’oratorio di Bagnolo Mella e, dieci anni dopo, quando fu curato e cappellano all’ospedale di Chiari.
Non esitò a partire per il Friuli, nel 1976, quando quella regione fu colpita e devastata dal terremoto e ci andò con un gruppo di giovani per soccorrere la popolazione. Negli anni successivi, vista la sua propensione all’aiuto e al sostegno dei bisognosi, fu nominato direttore della Caritas diocesana, incarico che rivestì per oltre dieci anni, dal 1983 al 1995. Grazie a quel ruolo ha potuto sostenere le parrocchie della Diocesi promuovendo volontariato, cooperative e iniziative socio-assistenziali.
Infatti in quel periodo attivò servizi che riguardavano il mondo del carcere, i minori, i malati di mente e anche le persone anziane. Sempre in quegli anni entrò a far parte dell’istituzione benefica e caritatevole della Congrega della Carità Apostolica con cui collabora ancora oggi. Dal 1995 al 2015 è stato parroco di San Faustino e Giovita, nel cuore del centro storico cittadino, facendosi apprezzare dai fedeli per la sua profonda umanità e vicinanza al prossimo.
Per 12 anni, è stato consigliere della Fondazione Comunità Bresciana, mentre dal 1998 al 2016 è stato presidente dell’associazione Cuore Amico Fraternità onlus, impegnata a sostenere i missionari. Lasciato il centro storico, dal 2015 segue le parrocchie di San Francesco da Paola, Buon Pastore e Santo Stefano Protomartire. Trent’anni fa si impegnò con Alberto Folonari e Sergio Paterlini per aiutare concretamente la popolazione della città lituana di Kaunas, uscita da poco dall’Urss, e che oggi, grazie a quell’amicizia, è gemellata con Brescia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.