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Piante officinali: ecco le nuove regole per la coltivazione

In provincia boom di consumo di officinali, soprattutto sottoforma di infusi e integratori
Boom di consumo per le piante officinali - © www.giornaledibrescia.it
Boom di consumo per le piante officinali - © www.giornaledibrescia.it
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Il Ministero delle politiche agricole nei giorni scorsi ha approvato il nuovo decreto riguardante la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle piante officinali. La necessità del nuovo provvedimento trova riscontro nel fatto che la vecchia normativa era del 1931 e risponde alle esigenze di regolazione del settore che ha registrato un notevole aumento della domanda di prodotti legate alla sfera della salute e del benessere. Il consumo di piante officinali in Italia ha infatti superato le 25mila tonnellate all’anno.

Secondo i dati riportati nel Piano di settore delle piante officinali, sono 2.938 le aziende agricole italiane con una superficie investita a «piante aromatiche, medicinali e da condimento» per un totale complessivo di 7.191 ettari. Nella nostra provincia sono circa un centinaio e sono dotate anche di vivaio. Le piante officinali più diffuse sono quasi 300 come per esempio mirtillo nero e zafferano, anche vite rossa, Ginkgo biloba, passiflora, camomilla, genziana, valeriana, cardo mariano, finocchio, incarnata, camomilla, cipolla, origano, rosmarino, liquirizia, assenzio, aglio, coriandolo, anice, meliloto, carciofo e rabarbaro.

Nella nostra provincia si è avuto un crescente interesse a coltivare le officinali perché c’è stato un vero boom nell’utilizzo degli infusi e di integratori alimentari. Il nuovo decreto introduce quindi grandi novità come la definizione di piante officinali e l’istituzione dei registri delle specie ammesse alla vendita con le modalità e le condizioni per la certificazione delle sementi, chiarisce inoltre che la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle piante officinali sono da considerare a tutti gli effetti attività agricole, disciplinando anche la raccolta spontanea, in modo da evitare l’impoverimento delle aree interessate, di piante e ambiente.

 

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