OCCHIOPINOCCHIO

Regia: Francesco Nuti
Con: Francesco Nuti, Chiara Caselli, Victor Cavallo, Joss Ackland, Charles Simon, Leon Askin, Jacques Dacqmine, Mel Berger, Novello Novelli, Pina Cei, Carlo Conversi
Genere: commedia/fantastico
Distribuzione: Mustang- CG Entertainment
Non porta bene Pinocchio ai comici italiani che vogliono fare anche i registi: è successo a Roberto Benigni la cui versione del capolavoro di Collodi costata circa 45 milioni di euro sì da farne il film più costoso nella storia del cinema italiano, non ha avuto grande successo tanto da recuperare a malapena le spese e da ottenere recensioni poco favorevoli (negli Usa è stato candidato a cinque Razzie awards, gli Oscar in negativo, facendo vincere a Benigni quello di peggior protagonista); ma era già successo e con esiti assai più disastrosi per il suo autore nel 1995 a Francesco Nuti il cui “OcchioPinocchio”, ora nuovamente reperibile in dvd, ha segnato la svolta in negativo della sua carriera avviandolo al declino artistico e facendolo piombare in un vortice autodistruttivo fatto di depressione, droga, alcol, minacce di suicidio e poi alla devastante caduta dalle scale di casa, così fu detto, che gli causò gravi danni cerebrali e l'incapacità di parlare e di muoversi. Un film dalla realizzazione travagliata che si protrasse per 15 mesi, i costi di produzione enormemente lievitati sino ad arrivare a 20 miliardi (di cui gli ultimi due li avrebbe aggiunti l’attore) e un incasso di soli 4 miliardi, le critiche pesanti anche per l’eccesso di scene di nudo cui l’avrebbe costretta fatte a Nuti dalla protagonista Chiara Caselli (che per altro fu la più apprezzata del cast), le divisioni tra i produttori Berlusconi e Cecchi Gori (il quale rischiò la bancarotta) che lo costrinsero ad uscire con un Natale di ritardo…
D’accordo, che si tratti di un film non riuscito con la sua rilettura moderna della storia del burattino, che qui è invece un giovane con un cervello di bambino, è indubbio, ma l’idea di base non era male e rivedendolo ora, lontano dalle polemiche e dall’astio che a suo tempo lo circondò, oltre ai tanti difetti, compresa la lunghezza, fa notare anche i pregi come luci, fotografia, inquadrature e movimenti di macchina degne (quasi) di un film hollywoodiano, attori ben diretti, specie Joss Ackland e la citata Caselli), un finale toccante. Il fatto principale è però che Nuti, nato con i Giancattivi e poi da solo lanciato al cinema da Maurizio Ponzi in tre film di grande successo (“Madonna che silenzio c'è stasera” del 1982, “Io, Chiara e lo Scuro” del 1983 che gli fruttò il David e il Nastro d’argento, e “Son contento” dello stesso anno), decise di darsi anche alla regia continuando e anzi accrescendo la sua notorietà con film tra cui spiccano “Casablanca, Casablanca” del 1985, “Tutta colpa del Paradiso”, stesso anno, “Caruso Pascoski di padre polacco” del 1988 e “Donne con le gonne” del 1991. Tutte commedie sentimentali con un attore comico non alieno però da punte d'amarezza e candore, caratteristiche che intendeva trasferire anche nel suo “OcchioPinocchio” che però ha poche sequenze ironiche, non è una commedia, ma un film drammatico con qualche pagina un po’ erotica di troppo, venature da road-movie, e (a tratti) favolistiche. Il suo Pinocchio è un giovane rimasto infantile nel cervello che vive e lavora in un ospizio gestito da un perfido direttore, assistendo gli anziani e seppellendoli una volta morti. Ignaro di essere il figlio del ricchissimo e losco banchiere italo-americano Brando Della Valle (Joss Ackland), il quale a sua volta non sapeva di aver avuto un figlio da una relazione con una cameriera. A fargli sapere la verità al padre è la lettera che riceve dall’odiato fratello appena defunto, ragion per cui Brando va a prenderlo per portarlo negli Usa e farlo erede della sua carriera finanziaria. La nuova vita è lussuosa, ma Pinocchio, che il genitore ha ribattezzato Leonardo, si trova a disagio e, imbarazzato e scontento decide di fuggire incontrando Lucy Light (la Caselli) che non è tanto Lucignolo, ma Lucifero, una sbandata dalle vesti succinte e ricercata dalla polizia per omicidio. Tra i due nasce l’amore, ma la loro è una storia a tragica fine: Pinocchio/Leonardo viene ripreso dal padre che lo fa rinchiudere in una casa di cura. E qui la toccante conclusione con la morte del Pinocchio bambino e la nascita di quello adulto che ritrova la libertà, si vedrà come. Opera sbagliata, forse invece sottovalutata, o esageratamente stroncata senza pietà? La risposta agli spettatori d’oggi la può dare ora il dvd, ben curato e con validi ed importanti extra: Conversazione su “OcchioPinocchio”: lo speciale “Il Pinocchio abbandonato” a cura di Elisa Baldini: interviste a Giovanni Nuti, Giovanni Veronesi, Ugo Chiti e Maurizio Calvesi; trailer.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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