NECROPOLIS – LA CITTÀ DEI MORTI
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Regia: John Erick Dowdle
Con: Perdita Weeks, Ben Feldman, Edwin Hodge, James Pasierbowicz
Genere: horror
Distribuzione: Universal
“As above so below”, ossia “Come in alto così in basso” è il titolo originale (apparentemente un po’ astruso, ma in realtà e ben motivato come lo spettatore vedrà) di questo film da noi uscito a metà settembre 2014 con quello evocativo ma più generico di “Necropolis – La città dei morti” e ora disponibile per visioni domestiche in dvd e in blu ray. Diretto da John Erick Dowdle, che ne ha scritto la sceneggiatura assieme al fratello Drew, è un horror di discreta fattura John Erick Dowdle con il fratello Drew e che si distacca dall’ormai abusato filone dei “found footage movies”, quelli del ritrovamento di materiale video o cinematografico girato da persone defunte mentre lo facevano. Anche se stavolta è reale (la troupe ha avuto il permesso di lavorare in alcuni ambienti veri del luogo, prima concessione in assoluto), non è però nuova l’ambientazione nelle catacombe, oltre 300 chilometri di gallerie, che si trovano sotto Parigi e che da fine ‘700 ospitano le ossa a suo tempo riesumate di oltre sei milioni di parigini onde evitare infezioni e odori mefitici. Uno scenario che ben si presta al cinema horror che già nel 2007 aveva fatto da sfondo (ma solo immaginario) a “Catacombs - Il mondo dei morti” di Tomm Coker e David Elliot, per altro non del tutto riuscito dacché esagerava nel sanguinoso e spiazzava il pubblico con colpo di scena assurdo e gratuito. Non è comunque che parta tropo bene anche questo con un incipit teso in Iran con apparenti rimandi e “L’esorcista” e un avvio parigino troppo routinariamente esplicativo una giovane archeologa (la convincente Perdita Weeks) ossessionata dalla possibilità di trovare la leggendaria Pietra Filosofale dell'alchimista Nicolas Flamel (quello citato anche nel primo tomo della saga di Harry Potter), alla ricerca della quale il padre aveva sacrificato la propria vita. Determinata sino alla cocciutaggine, egoista, ma anche carismatica esploratrice, coinvolge nella sua ricerca alcuni Cataphiles (guide clandestine nelle parti off-limits delle Catacombe), il suo operatore e il suo ragazzo (Ben Feldam, pure lui non male), abile a decifrare simboli ed indicazioni esoteriche e a risolvere gli enigmi che incontreranno strada scendendo. Sì, scendendo perché si scende fisicamente come se ci si avviasse verso gli Inferi, ma anche psicologicamente, fra colpe dimenticate o rimosse che tornano implacabili. L’idea di un mondo capovolto in cui terra e inferno vengono a contatto e che per uscire a ritrovar le stelle – e se stessi – è necessario scavare sempre più in profondità, in un percorso labirintico al cui termine ci si ritrova, forse, di nuovo al punto di partenza, è l’idea più interessante del film che ad un tratto mette il turbo e precipita in un crescendo di tensioni e defungimenti per arrivare ad un finale intelligente quanto innovativo per il genere, stando almeno a ciò che si è visto negli ultimi 20 anni. Certo qualche pasticcio c’è qua e là, ma se non si fa caso allo sfacciato rimescolio di alchimia, religione egizia e persino Dante, il film porta compitamente a termine la sua missione: inquietare, impaurire e stupire. Disponibile in con solo il film e in blu ray con un unicoextra: “Dentro Necropolis”, sorta di documentario sulla realizzazione.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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