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Con Nativo i sapori «fusion» del mondo arrivano nel cuore di Brescia

Dopo aver viaggiato in lungo e in largo Simone Pellizzari e Filippo Trainini hanno aperto un ristorante in via San Faustino: «Vogliamo proporre un cambiamento culinario, come nelle grandi città del Pianeta»
Filippo Trainini e Simone Pellizzari fuori dal loro ristorante Nativo - © www.giornaledibrescia.it
Filippo Trainini e Simone Pellizzari fuori dal loro ristorante Nativo - © www.giornaledibrescia.it
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Nati a Brescia ma nativi del mondo. Quella che può sembrare una banale parafrasi di un celebre motto assume un significato completamente diverso quando si parla con Simone Pellizzari e Filippo Trainini.

I due bresciani, il primo del 1989 il secondo di un anno più grande, hanno infatti alle spalle una vita di esperienze in giro per il mondo, dall’Australia, «dove abbiamo vissuto insieme per un anno» raccontano, alla Thailandia passando per molte altre nazioni sparse per il globo. Ed è proprio questo viaggiare e conoscere che li ha spinti a riversare in un ristorante le loro esperienze. Non all’estero però ma a Brescia, nella città in cui sono nati e cresciuti.

I ravioli fatti in casa - © www.giornaledibrescia.it
I ravioli fatti in casa - © www.giornaledibrescia.it

«Nativo» è il locale che ha aperto le sue porte ufficialmente il 23 settembre in via San Faustino 29, un locale dove la cucina racconta molto di chi la anima.

Simone «Pelli» Pellizzari vanta alle spalle una lunga esperienza nel mondo della ristorazione, «compreso un anno sotto Gordon Ramsey a Londra» spiega. Filippo Trainini, per gli amici «Poppi», per diverso tempo ha invece gestito il bar di famiglia a Mompiano. «Siamo nativi di Brescia ma ci sentiamo anche nativi del mondo» affermano i due spiegando così il senso del nome dato all’attività.

Uno dei piatti di Nativo - © www.giornaledibrescia.it
Uno dei piatti di Nativo - © www.giornaledibrescia.it

Un senso che però prende anche altre strade e si lega direttamente a ciò che viene offerto alle persone. La scelta di cucinare principalmente con un forno a carbone, «il vero protagonista della nostra cucina», vuole avvicinare ai sapori puliti ma insieme decisi che una cottura diretta a contatto con le braci può dare. «Prepariamo sia pesce sia carne – spiegano –, ma sono i vegetali quelli che vengono maggiormente valorizzati da questo tipo di cottura».

Parallelamente i retaggi dei loro tanti viaggi all’estero si riverberano nei piatti: dai «Ravioli di riso con pecora sarda e salsa teriyaki» al «Wafer al cacao e miso», i gusti noti ai palati bresciani si mischiano con profumi e sapori da altri luoghi del Pianeta. Il tutto servito in piatti rigorosamente made in Brescia, «e nello specifico realizzati da un giovane artigiano della Bassa» precisano FIlippo e Simone.

«Tramite la nostra cucina fusion vogliamo provare a proporre ai nostri concittadini un’offerta diversa – dicono –, un cambiamento culinario come si trova nelle grandi città».

Quelle stesse grandi città che, viaggiando nell’ultimo anno e mezzo soprattutto tra Spagna e Francia, li ha ispirati anche perché il concept della cucina. Questa è «a vista», sia sulla sala sia sulla strada, «quasi un unicum a Brescia. L’idea è quella di mostrare sia il cibo che gli ospiti mangeranno sia che il cuoco non è la persona agitata e arrabbiata che strilla, un cliché che arriva dalla televisione, ma un qualcuno che si diverte e che lavora con passione».

Il forno a carbone - © www.giornaledibrescia.it
Il forno a carbone - © www.giornaledibrescia.it

Infine la scelta della location per Nativo, quella via San Faustino simbolo di una città che si fonde con le altre culture senza per questo rinunciare al suo passato e alle sue tradizioni, «come il caffè con la moka che serviamo a fine pasto», ma che cresce grazie all’incontro con il mondo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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