Mille Miglia, per la prima volta un equipaggio dalle Filippine: la storia dei Cruz
Sfilano sul tappeto rosso della Mille Miglia mostrando orgogliosamente i gagliardetti sulle fascinose tute di lino beige e le bandiere del loro Paese, le Filippine. I simboli si susseguono, nulla accade per caso. «Oggi nelle Filippine è festa nazionale, come la Festa della Repubblica per l’Italia. Per noi è fantastico trascorrerla a Brescia, a rappresentare il nostro Paese per la prima volta».
Ci sono voluti 96 anni per arrivare dal Pacifico all’ombra della Loggia, ma oggi Ismael Guerrero Cruz e Ismale Jaime Ocampo Cruz - padre e figlio - a bordo della loro Porsche 356 A1600 del 1957 sono i primi a rappresentare le Filippine alla corsa più bella del mondo.
In questa edizione targata Capitale della Cultura, sono loro ad incuriosire più di altri, a dispetto di quell’aura di discrezione che emanano nel paddock: l’equipaggio 441 incarna il cosmopolitismo crescente di una Mille Miglia che è ormai anche mille culture.
Il sogno di una vita
«Siamo molto emozionati - racconta Maurizio Cruz, primogenito della famiglia, membro della scuderia -, è come essere agli Oscar dei motori, sul tappeto rosso. Questo è il posto più bello in cui potersi trovare. Poi mio nonno era marchigiano, quindi per me è come tornare a casa».
Mille Miglia è il sogno dei Cruz ereditato da papà Ismael, che oggi nonostante l’età e il sole cocente continua a spingere la sua Porsche sul red carpet di piazza Vittoria lucidandola con uno spolverino ad ogni mezzo metro percorso. La corsa made in Brescia è anche questo: piccole grandi storie dal mondo.
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