Massenza Milani e Baggi Necchi, presente e futuro dell’An Brescia

Tra quei pali c’è chi ha scritto la storia della An Brescia. Tra il 2002 e il 2003 Massimo Castellani vinse uno scudetto e due coppe Len assieme a Marco Gerini (che vi aggiunse il trofeo europeo del 2006). All’ombra del Cideno Marco Del Lungo ha costruito la propria splendida carriera conquistando Coppa Italia (2012), coppa Len (2016) e il tricolore del 2021.
Chissà che presto non si aggiungano i nomi di Francesco Massenza Milani (25 anni) e Tommaso Baggi Necchi (ventidue), i due giovani portieri cui quest’anno la società si è affidata nel segno del processo di rinnovamento che ha riguardato l’intera rosa e, contestualmente, non ha impedito una straordinaria regular season, condotta finora nel segno dell’imbattibilità.
I due hanno molte cose in comune, oltre al... doppio cognome: li uniscono il felice trampolino di lancio in A2 con la Waterpolo Brescia, una profonda e sincera amicizia e il legame con Petar Tesanovic, il loro predecessore, che nel 2024 ha alzato la seconda Coppa Italia nella storia del team. «Ci ha insegnato molto - lo ricordano -, ci ha dato preziosi consigli. E quando ha saputo che saremmo stati noi a raccogliere la sua eredità era contento quanto noi».
Francesco e Tommaso hanno anche vissuto l’esperienza di scambiarsi i ruoli. Massenza Milani, entrato nel club quando era ragazzino, la scorsa stagione ha ceduto il posto di titolare in A2 a Baggi Necchi, ed è tornato da riserva in quella A1 in cui aveva debuttato ad appena sedici anni. Un esordio boom nell’ottobre 2015, in sostituzione di Dian, contro la Lazio: respinse subito un tiro di Lapenna, andò a rubare una palla sui due metri ed entrò nel cuore dei tifosi di Mompiano.
Con la Waterpolo, nel 2023-2024, Tommaso ha ben figurato. Ha messo entusiasmo e parate in un buon campionato, al termine del quale i bresciani hanno sfiorato i play off. Traguardo invece raggiunto, con lo stesso team, da Francesco nel 2021, quando in panchina c’era ancora il compianto e mai dimenticato Aldo Sussarello. «Gli devo tutto - ammette Massenza Milani -. È stato il primo a credere in me. Ha lasciato un vuoto incolmabile».
Staffetta
Anche se scherzosamente li definisce «portinai», più che altro affinché non si montino troppo la testa, il tecnico Alessandro Bovo finora ha avuto buone risposte dai due atleti, in particolare da Baggi Necchi, che sta vivendo giornate di grazia, che gli sono valse pure la chiamata per un raduno nella Nazionale maggiore. Tommaso sta puntando tutto su questa esperienza tanto da aver accantonato - almeno per il momento - gli studi.

«Non ho ancora chiaro il mio futuro e non ha senso iscriversi all’Università senza un progetto - afferma -. Per me, in questo momento, la pallanuoto è tutto». Lo ha dimostrato fin da ragazzino. A 17 anni non ancora compiuti lasciò la sua Lodi per andare al Nuoto Catania in piena era Covid. «Per mesi non ho potuto incontrare la mia famiglia, è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere in fretta, obbligandomi a cavarmela da solo», ricorda. In Sicilia vinse il torneo di A2 nel 2020-2021. Nel febbraio 2022 il debutto nel massimo campionato, al posto del titolare Caruso, nella partita vinta contro il Metanopoli.
È cominciata nel segno della sfortuna, invece, la stagione di Massenza Milani. Una frattura scomposta con dislocazione di un dito lo ha tenuto fuori fino a un mese fa. Intanto si è laureato in Scienze Motorie, completando un impegnativo percorso di studi.

«Per anni ho fatto la spola con Verona, dove ha sede l’Università, senza perdermi un allenamento», racconta. Pur avendo appena 25 anni, può essere considerato un veterano dell’An. «Posso dire che non ho mai trovato un senso di appartenenza ai colori societari come quello che si avverte in questa stagione - afferma -. Ci si allena con entusiasmo, le eliminazioni in Coppa Italia e in EuroCup non hanno lasciato tracce. Nessuno si aspettava un simile rendimento in campionato, in quella che doveva essere una stagione di transizione. E il bello deve ancora venire».
Francesco, quando l’An vinse l’ultimo scudetto, era ancora alla Waterpolo, e seguì la partita da casa, in tv, perché venne giocata a porte chiuse a causa dell’emergenza Covid. L’anno scorso, quando è arrivata la Coppa Italia, ha trovato poco spazio. Prossimo step: ritagliarsi un ruolo da protagonista al prossimo trionfo di Brescia.
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