LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI

Regia: Nanni Loy
Con: Aldo Giuffré, Gian Maria Volonté, Georges Wilson, Lea Massari, Regina Bianchi
Genere: storico/drammatico
Distribuzione: Mustang
In occasione del 71° anniversario (27-30 settembre 1943), Mustang ha rieditato il dvd, ben curato e con un cinegiornale del tempo per extra, di questo film del 1964 che rievoca un momento fondamentale della storia di Napoli, quando la città (e fu tra la prima fra quelle europee) insorse contro gli invasori nazisti mettendo in fuga le truppe tedesche precedendo l’arrivo degli alleati. Si trattò di un’insurrezione popolare, con l’apporto di militari fedeli al cosiddetto Regno del Sud, scoppiata dopo la fucilazione di alcuni marinai italiani, che mise in evidenza il coraggio e l’eroismo della popolazione e che fece ottenere alla città di Napoli la Medaglia d'oro al valor militare. Giustamente collocato tra i migliori film sulla Resistenza girati in quegli anni, questo di Loy, allora ancora non reso celebre dalla candid camera di “Specchio segreto” sulla Rai, e ispirato al libro di Aldo De Jaco “La città insorge: le quattro giornate di Napoli”, con Vasco Pratolini fra gli autori del soggetto originale, è un’opera corale dal ritmo largo che mescola abilmente volti e casi privati con l'epopea collettiva, comprese la vicenda dei ragazzi fuggiti dal riformatorio per unirsi all'insurrezione e quella del 12enne (uno dei più giovani rivoltosi) apprendista commesso Gennarino Capuozzo cui il film è dedicato, medaglia d'oro al valor militare alla memoria ucciso da una granata nemica mentre lanciava bombe contro i carrarmati tedeschi. Girando la pellicola in un pregevole bianconero e con rimandi in chiave neorealista, alternando belle pagine a ridondanze retoriche, unendo attori affermati (vedi Regina Bianchi mamma di Gennarino, Gian Maria Volonté ufficiale che si unisce ai rivoltosi, Jean Sorel marinaio condannato a morte e così via, compresi alcuni comici perfettamente rilanciati in ruoli drammatici) ad altri meno noti e a gente del popolo, Loy ha evitato le secche del retorico bozzetto di costume, tanto più facili dato lo sfondo partenopeo, e realizzato un film ricco di pathos, serietà storica e impegno civile. Non solo per visioni scolastiche.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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