Storie

LE NOTTI DEL TERRORE

AA

Regia: Andrea Bianchi
Con: Gian Luigi Chirizzi, Karin Well, Peter Bark, Maria Angela Giordan
Genere: horror
Distribuzione: CineKult

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Vedere un horror in compagnia lo fa gustare molto di più che da soli, insieme si palpita di più in attesa di scoprire cosa si cela nell’oscurità e quale ammazzamento attende la nuova vittima del mostro o serial killer che sia ecc. ecc. Ma si ride anche di più e con maggior gusto sottolineando con battute surreali o perfide le scempiaggini accumulate dalla sceneggiatura, la ridicolaggine degli ammazzamenti, la recitazione di attori a disagio o incapaci e così via. A questa seconda categoria di involontariamente (e tanto) divertenti horror è stato da sempre annoverato questo supertrash di Andrea Bianchi, regista dalla carriera costellata di porno soft tra horror e gialli (il demoniaco “Malabimba” del 1979 il suo più noto che circolò anche infarcito di scene hardcore), un film che si è conquistato la fama di cult assoluto del de…genere con la sua storia di zombi etruschi. Noto anche come “Zombi horror” (o “Zombie horror”) e “Burial ground”, “Le notti del terrore”, alla cui fama in negativo ha contribuito non poco anche la a tratti demenziale e sceneggiatura di Piero Angeli, è uscito nel 1981, dopo che già il cinema italiano con Dario Argento e soprattutto Lucio Fulci (un cui macabro decesso è ripreso qui) aveva detto la sua parola - e anche bene per chi ama il genere -   sul filone dei morti viventi con l’intento di sfruttarne il felice momento commerciale. L’incipit si svolge in una necropoli etrusca in cui un professore inglese di archeologia dalla barba molto lunga ridesta, peggio per lui, gli esseri maligni che vi erano stati seppelliti. Si passa poi in Inghilterra, nella villa del professore  che ha radunato molti invitati, quasi tutte persone importanti e magari con problemi di sesso (c’è anche una coppia marito, moglie e figlio affetto da complesso di Edipo, lo interpreta un attore nano) che però non trovano l’anfitrione, ma solo la servitù e restano a domandarsi dove possa essere, mentre il più informato spiega che il professore “sta studiando le pratiche magiche in uso presso gli etruschi, qualcosa connesso con la sopravvivenza dei morti o roba del genere”.

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Dopo una notte trascorsa tra flirt e sesso, il professore si fa vivo, peccato però che vivo non sia, ma trasformato in morto vivente e con lui infatti giungono scheletri putrescenti affamati di carne umana, chiamati “zombi” o “mostri viventi” dagli sventurati ospiti, i quali cominciano ad essere divorati da loro in una serie di sequenze crudeli ed efferate che mostrano anche inattese abilità degli ex-cadaveri come lanciare coltelli colpendo i bersagli da molta distanza, tranciare teste con una mannaia o strangolare. Il tutto emettendo quando vengono feriti un liquido verde o uno grigio (a seconda della luna o della disponibilità in magazzino dell’addetto agli effetti speciali?) che si rivela anche ai meno attenti vernice… Ci sarà qualcuno che riuscirà a salvarsi dal massacro? La risposta al film che non solo, nonostante la pessima realizzazione, comprese le truccature e gli effetti speciali  da bancone di una macelleria, anzi proprio grazie a quella a  suo modo si è salvato come cult del peggio e come avvenuto con le produzioni - si fa per dire – di Ed Wood. Chissà mai che anche Andrea Bianchi non trovi un domani il suo… Tim Burton. Per altro, per un film tutto (involontariamente) da ridere, un dvd di buona fattura che offre per extra l’interessante (per amanti del genere) documentario “ Le notti italiane dei morti viventi” con interviste a Lucio Fulci, Aristide Massacesi, Bruno Mattei, Claudio Fragasso, Michele Soavi, Dardano Sacchetti e Marina Lori.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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