L’Asi conferma, il CRS è collegato al veicolo. Nella vendita resta sempre valido
Ci sono due importanti novità sul fronte del Certificato di Rilevanza Storica rilasciato dall’Asi, la prima riguarda - e diciamo anche finalmente - il caso di vetture acquistate da terzi e munite di certificazione storica ottenuta dal precedente proprietario.
In molti casi per avere un attestato che si riferisse all’attuale proprietario si doveva ricorrere ad una nuova certificazione del veicolo. Ebbene, ora si legge sull’ultimo numero dell’organo ufficiale dell’Asi – ‘La Manovella’ - ad una ritrattazione della materia e si legge testualmente:
“Poiché molti tesserati si rivolgono al proprio Club per ottenere un duplicato del Certificato di Rilevanza Storica in caso di voltura dell’auto, la Segreteria ASI specifica che il CRS è legato alla vettura e resta valido per tutte le sue prerogative anche in caso di passaggio di proprietà. L’ASI non rilascia duplicati del CRS che non siano copia dell’originale. Ai sensi dell’Art. 60 del C.d.S. l’ASI non può rilasciare duplicati del CRS intestati a persone diverse da chi ha presentato la domanda.”.
Allora, in poche parole: se compero da Tizio una moto o una macchina già munita di Crs (Certificato di Rilevanza Storica) la certificazione che attribuisce al veicolo secondo le more dell’articolo 60 del Codice della strada l’attribuzione di VEICOLO STORICO resta valida anche se non intestata all’attuale proprietario.
Ne deriva che la sua validità prescinde dall’iscrizione del titolare del veicolo all’Asi e quindi la necessità del rinnovo annuale della sua tessera. Un grande passo a avanti che noi abbiamo sempre sostenuto sin dai primi incontri pubblici sulla materia che si sono svolto da anni a Villa Grasseni a Flero (BS).
Viene dunque anche meno la strana equazione che diversi club affiliati all’Asi facevano di auto storica certificata che per circolare deve avere alla guida una persona iscritta ad un club di collezionisti.
In parallelo l’Asi ha comunicato ai club che nasce la “CARTA ASI DI STORICITÀ PER I CICLOMOTORI”.L’Asi infatti si dice impossibilitata a rilasciare i Certificati di Rilevanza Storica per i ciclomotori in quanto, gli stessi, non rientrano nella Definizione di “veicolo storico e collezionistico” come confermato dall’art. 1 del DM 19/3/2010.
Quanto precede vale anche per gli Attestati di Storicità. Pertanto è stato stabilito che a partire dal mese di giugno 2013 l’ASI rilascerà, per chi ne fosse interessato, una “Carta ASI di storicità per ciclomotori” che avrà un’efficacia esclusivamente privatistica. La Carta ASI non potrà sostituire né il CRS imposto dallo Stato né l’Attestato di Storicità per i fini fiscali.
Va detto che nel frattempo la Fmi ha continuato a rilasciare il certificato di storicità, dato che comunque non esiste una norma che vieta una simile attività. Come potrebbero del resto circolare in deroga in Lombardia i veicoli euro zero due tempi? Anche in questo caso un passo avanti all’insegna dei collezionisti e degli appassionati.
Roberto Manieri
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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