L’Angelo del quartiere ha un nuovo cagnolino: è arrivato Billy

Elisa Rossi
Angelo Botti, senzatetto che vive nei pressi della Conad in via San Zeno a Brescia, aveva perso il suo Soby: ora un cliente del supermercato gli ha donato un cucciolo
Angelo Botti con Billy - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Angelo Botti con Billy - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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«Per me non è un regalo, mi ha dato la vita»: Angelo Botti è visibilmente emozionato quando parla del suo Billy, il cucciolo di pochi mesi che gli è stato donato qualche settimana fa da una dei tanti clienti del Conad di via San Zeno, dove vive da ormai 10 anni.

Chi è Angelo

Di Angelo abbiamo già scritto in primavera: è un senzatetto, originario di Civine di Gussago, che ha creato un forte legame con questa zona della città che sorge all’ombra dei palazzoni con uffici e banche di Brescia2.

Da 12 anni non ha una casa, ma con orgoglio sottolinea che non ha «debiti con nessuno». Tiene in ordine le aiuole davanti al complesso commerciale, taglia l’erba, cura le rose e le altre piante da fiore. Insomma, si è fatto voler bene da tutti, conosce chiunque passi sotto il portico e ha una parola per ognuno di loro.

La perdita di Soby

Sette mesi fa il suo fedele compagno, Soby, è morto lasciando un vuoto profondissimo: «Quando si è sentito male l’ho tenuto tra le braccia – racconta ancora scosso –, è morto guardandomi. Poi ho pianto per tre settimane e per mesi ho continuato a cercarlo con lo sguardo tra i suoi fiori nel giardino del supermercato».

Un legame speciale quello che Angelo sente di avere con gli animali perché, come dice lui, «chi non vuole bene agli animali non ne vuole neanche agli uomini»; e così dà loro «tutto l’amore possibile e l’affetto che danno in cambio non ha prezzo».

Il dono

Una cliente del supermercato, notando la tristezza negli occhi grigi e profondi del 61enne, ha pensato di regalargli uno dei cuccioli da poco nati nella sua casa: «Mi ha detto che era una cucciolata di sei. L’ho aspettato e preso quando la mamma non l’ha più voluto allattare».

Quando gli si chiede come va con il piccolo arrivato, Angelo mostra sorridendo le braccia e le grandi mani segnate dai morsetti e dai graffi che i cuccioli, ancora goffi e vivacissimi, lasciano a chi li fa giocare: «Io sono il suo capobranco – dice –, mi occupo di lui, l’ho fatto vaccinare e lo sto educando. Ha un grande appetito».

E dalla sua barba folta spunta un sorriso d’orgoglio che solo chi ama sa sfoderare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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