LA MACCHINA NERA

Regia: Elliot Silverstein
Con: James Brolin, R.G. Armstrong, Ronny Coy, Kathleen Lloyd, John Rubinstein , John Marley, Elizabeth Thompson
Genere: horror/fantastico
Distribuzione: Pulp video
Ha sempre avuto un buon numero di seguaci quando era trasmesso sulle reti di Mediaset questo film del 1977 diretto da Elliot Silverstein che ora Pulp video rimette sul mercato home video (il vecchio dvd della Universal risultava da anni esaurito) anche e per la prima volta in blu ray. Con qualche rimando nello spunto, sviluppato però diversamente, a “Duel” di Spielberg di sei anni prima, è considerato un caposaldo sul tema dei “veicoli indemoniati" che avrà il suo top nel 1983 con “Christine - La macchina infernale“ di John Carpenter tratto dal romanzo di Stephen King. Tra le trovate più interessanti, l’ambientazione in un piccolo paesino del New Mexico, Santa Ynez, polveroso, assolato e circondato dal deserto. È lì che un’enorme auto nera a due porte senza targa, con vetri oscurati e impenetrabili (precisamente una Lincoln Continental Mark III) ogni tanto appare e viaggiando ad alta velocità nelle zone impervie travolge i malcapitati in cui si imbatte, gettandoli fuori strada o investendoli: prima due ciclisti innamorati, poi un musicista ambulante. Tra le vittime ci sarà anche il mite e anziano comandante della polizia travolto mentre si recava al bar del paesino e ciò causa l’intervento del nuovo sceriffo Wade Parent (James Brolin) la cui auto ha minacciato la vita della fidanzata e delle due sue figlie (è vedovo), che si mette alla ricerca dell’auto per fermarla. Auto che i proiettili non sembrano scalfire, alla cui guida non sembra esserci nessuno ,il cui clacson dopo aver ucciso qualcuno intona sinistramente il “Dies irae” mozartiano e che, come afferma un'anziana indiana, è una vera incarnazione del diavolo, tanto che, in procinto di sterminare un'intera classe di alunni e insegnanti, non riesce ad entrare in un cimitero dove essi hanno cercato rifugio perché è un luogo sacro.
Per debellarla lo sceriffo dovrà mettere a rischio la sua la vita, facendosi inseguire in moto, e preparando una trappola con l’aiuto degli uomini che ha a disposizione e di una buona scorta di esplosivi… Stephen King perfezionerà il concetto di auto indemoniata, ma non è male ciò che il film mostra in proposito con il vento innaturale che precede il suo arrivo e avvolge i luoghi che faranno da scenario alle sanguinarie scorribande, ma anche con l'atmosfera che sa di inquietudine e di ineluttabilità grazie anche alla cinepresa che inquadra dal basso lo pneumatico anteriore. C’è poi chi nell’esplosione finale vede tra le fiamme apparire un profilo demoniaco con tanto di lingua che fa le boccacce, ma qui la questione è decisamente personale. Attenzione poi ai titoli di coda: che di Male o di demonio si tratti, è davvero pensabile che possa essere fermato? Anche se oggi appare un po’ datato, “La macchina nera” mantiene ancora un certo fascino e, qualche lentezza a parte, offre qualche emozione e soprattutto inquietudine (c’è chi ha voluto leggere tra le vittime i simboli della civiltà occidentale e chi la denuncia dell’abbrutimento della società industriale partendo dall'inurbana condotta automobilistica). Un horror fantastico anziché macabro con la sua tipica estetica Anni 70 e la cittadina-paesino dove tutti conoscono tutti, anche i poliziotti e i cui abitanti la sceneggiatura cerca di dare qualche spessore, vedi c'è il buzzurro che maltratta la moglie, il capo della polizia ex-alcolizzato e altri ancora, compresi i problemi familiari del protagonista. Nessun extra.
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