LA LEGGENDA DI KASPAR HAUSER

Regia: Davide Manuli
Con: Silvia Calderoni, Claudia Gerini, Fabrizio Gifuni, Vincent Gallo
Genere: drammatico/sperimentale
Distribuzione: Cecchi Gori
Il titolo è diverso (“La leggenda di…” al posto de “L’enigma di…”), ma il nome di Kaspar Hauser rischia di far confondere questo particolarissimo film di Davide Manuli con quello celebrato del 1974 di Werner Herzog con cui ha in comune il tema di un giovane sconosciuto che piomba in un posto a lui ignoto senza memoria e stordito. Raro esponente italiano del cinema sperimentale, intelligente e criptico (nonché intellettuale e provocatorio al punto di apparire presuntuoso), Manuli qui prosegue il discorso stilistico avviato pochi anni fa con “Beket”, con cui questo film forma una sorta di dittico a partire dall’abbacinante e desolato paesaggio sardo quasi da dopo-bomba dove piomba un alieno: si veda la scena iniziale degli Ufo sottolineata dalla fortemente espressiva musica tecno di Vitalic che accompagna la pellicola fino a diventarne uno dei personaggi. Controcorrente è anche la scelta di far interpretare un ancor più lunare Kaspar a Silvia Calderoni, androgino ascetico che si aggira con una camicetta trasparente muovendosi come se ascoltasse dalle cuffiette musica dance e ripete sempre le stesse parole. Intorno a lei Vincent Gallo nel duplice ruolo di Sceriffo e Pusher, Claudia Gerini sguaiata Regina nerovestita che esige che Kaspar sia insieme fool e capace di miracoli, Fabrizio Gifuni, Prete che recita monologhi e versi di Giuseppe Genna, ed Elisa Sednaoui come Veggente. Miglior film al quinto Arizona Underground Film Festival, è una sfida ardua che affascinerà quanti, pur se non molti, l’accetteranno. Ben fatto il dvd con making e scene inedite.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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