LA GRANDE SCOMMESSA

Regia: Adam McKay
Con: Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carell, Brad Pitt, Marisa Tomei
Genere: commedia
Distribuzione: Tucker film
C’erano due film di denuncia che spiccavano in modo particolare tra i candidati agli Oscar quest’anno: “Il caso Spotlight” di Tom McCarthy, con sei nominations, sullo scandalo portato alla luce dal The Boston globe dei preti pedofili non rimossi né denunciati dal locale arcivescovo; “La grande scommessa” di Adam McKay, con cinque nominations sui quattro broker che intuirono il crollo del sistema bancario americano dei mutui, avvenuto nel 2007-2008 poi allargatosi a crisi economica mondiale, ma furono sbeffeggiati e presi per folli, salvo poi purtroppo vere ragione e ricavarne enormi profitti. Dei due, l’Academy ha scelto il primo (miglior film e miglior sceneggiatura originale) e all’altro ha concesso la statuetta solo per la sceneggiatura non originale (alla base c’era il libro di Michael Lewis “The big short - Il grande scoperto”), ma anche questo, ora disponibile in dvd e in blu ray, avrebbe meritato il riconoscimento più importante, come del resto non avvenuto l’anno scorso per lo strepitoso e assai più virulento “The wolf of Wall Street” di Scorsese: evidentemente ai votanti non piace che si portino sullo schermo questioni economiche mentre premiano chi fa ruoli di malato o moribondo, vedi anche l’Oscar negato nel 2015 alla strepitosa performance di Leonardo di Caprio “lupo della finanza” e quello attribuitogli stavolta per la prestazione buona, ma più normale, in “Revenant - Redivivo”. Il curioso è che sinora il regista McKay aveva solo scherzato con il cinema e con risultati mediocri tranne che per il discreto “Anchorman - La leggenda di Ron Burgundy” del 2004 (gli altri: “Fratellastri a 40 anni” del 2008, “I poliziotti di riserva” del 2010 e “Anchorman 2” del 2013), ma stavolta ha compiuto l’impresa di parlare di cose serie (e foriere di tragedie), oltre che per molti ostiche come l’alta finanza ed i suo linguaggio da iniziati (prime, subprime, tasso fisso, doppia A, tripla A…) in modo da renderle chiare o almeno intelligibili alla maggior parte delle persone ricorrendo a brillanti digressioni didascaliche (le questioni più tecniche sono spiegate dalle bellone Margot Robbie mentre fa il bagno con la bollicine e Selema Gomez mentre lancia i dadi al casinò), inserti legati all’epoca, attori che d’improvviso si rivolgono al pubblico.
Il risultato è un perfetto equilibrio tra cronaca, inchiesta, dramma, commedia, giusta indignazione e sorrisi amari, miscela che ha reso il film più interessante su un tema già trattato nel 2013 pur valido, ma meno facile e popolare “Margin call” di J. C. Chandor con Kevin Spacey e Jeremy Irons, in cui veniva mostrata la nascita, ingannando sapendo di ingannare, della crisi economica. Qui, affidandosi ad un ottimo gruppo di attori con Christian Bale e Steve Carell in maggior evidenza più vari camei, si pone dal punto di vista opposto a quello dei bancari. Tutto nasce nel 2005, mentre il mercato immobiliare americano appariva molto florido e in continua crescita con le richieste di mutui, preferibilmente a tasso variabile, che venivano soddisfatte. A intuire che però si trattava solo di una bolla che sarebbe prima o poi esplosa per la pericolosa e crescente instabilità del sistema peggiorata dalla vendita smodata di pacchetti azionari pressoché nulli, etichettati in maniera fraudolenta, fu per primo un bizzarro brooker, Michael Burry (Bale), che si presentò in diverse banche per scommettere sostanzialmente contro l'andamento del mercato e fu subito accontentato da funzionari che gli risero alle spalle e che alcuni suoi finanziatori gli si rivoltarono contro. Burry, però, aveva visto quello che il mondo non vedeva ancora: una pericolosa e crescente instabilità del sistema, peggiorata dalla vendita smodata di pacchetti azionari pressoché nulli, etichettati in maniera fraudolenta. A non prendere Burry per pazzo furono però l’impiegato nel settore investimenti di Deutsche Bank Jared Vennett (Ryan Gosling), il trader Mark Baum (Steve Carrell, splendido in un ruolo inabituale e molto bello anche il suo personaggio che è moralmente motivato e preferirebbe non vedere il crollo e la rovina di molte famiglie) e due aspiranti finanzieri appoggiati dall'eccentrico banchiere in pensione Ben Rickert (Brad Pitt). Nei titoli di coda il catastrofico bilancio delle crisi: banche d’affari fallite, 5.000 miliardi di dollari bruciati azzerando con i risparmi di una vita, 8 milioni di persone rimaste senza lavoro e 6 milioni senza casa; ma anche un monito: sia pure con altri nomi, l’emissione dei cosiddetti titoli spazzatura non si è fermata. Ridotta la dotazione di extra del dvd: Quotazioni: ll casting e Il grande salto: Adam McKay. Ad essi nel più qualitativo blu ray si aggiungono: Eroi improbabili: i personaggi de “La grande scommessa”; Il castello di carte: l'ascesa della caduta; Realismo: ricreare un'epoca; Scene eliminate.
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