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Inglesi, irlandesi, arabi: tutti pazzi per la Nazionale di San Marino

Marco Doria
Un tifoso è partito addirittura dal Perù per assistere dal vivo a una partita della squadra di Cevoli, fresca vincitrice del triangolare di Nations League con Gibilterra e Liechtenstein
Uno scatto dalle tribune del Rheinpark Stadion di Vaduz
Uno scatto dalle tribune del Rheinpark Stadion di Vaduz
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Convogliare sulla stessa Nazionale il tifo di calciofili di varie nazionalità (arabi, francesi, austriaci, irlandesi, peruviani, spagnoli, tedeschi, svizzeri, inglesi ed italiani; e sicuramente ne abbiamo persi altri) è un’impresa ai limiti dell’impossibile, quasi inimmaginabile. Oseremmo dire così titanica che poteva riuscire soltanto alla Nazionale del Titano, ovvero la squadra di San Marino, protagonista nel 2024 che volge al termine di una piccola-grande impresa sportiva: innanzitutto ha ottenuto i primi successi della sua storia in gare ufficiali; inoltre, per la prima volta in assoluto, amichevoli comprese, ha vinto una gara in trasferta, per la prima volta lo ha fatto in rimonta e con almeno due gol di vantaggio.

A Vaduz

Questi due successi le hanno consentito di vincere il triangolare di Nations League contro Gibilterra e Liechtenstein (con la Nazionale del Principato che si è sempre dovuta inchinare i biancoazzurri) e di conquistare la promozione nella prossima Lega C, ma al di là del risultato sportivo, quel che si è vissuto nella gara decisiva del girone (già, chi scrive era nell’accogliente tribuna del Rheinpark Stadion di Vaduz il 18 novembre) è stata un’esperienza del tutto particolare. A partire dall’ingresso nell’impianto del Principato, senza recinzioni né divisioni tra le tifoserie: più del tedesco, due le lingue maggiormente parlate, l’inconfondibile dialetto romagnolo e l’inglese.

La gioia di giocatori e tifosi dopo il fischio finale a Vaduz
La gioia di giocatori e tifosi dopo il fischio finale a Vaduz

Dal Perù

«Abbiamo un bel melting pot di tifosi» ci ha detto Luca Pelliccioni, addetto stampa della federcalcio sammarinese, ed in effetti le storie collegate alla tifoseria della Nazionale di San Marino sono tante. La più particolare delle quali riguarda il supporter che per la gara decisiva è partito dal Perù, è arrivato a Zurigo, ha noleggiato un’auto ed è giunto a Vaduz per assistere allo storico successo dei ragazzi del Titano. E poi ci sono inglesi ed irlandesi, gli svizzeri che quasi erano a casa (lo stadio è su una sponda del Reno, dalla parte opposta siamo già nella Confederazione), e gli arabi che per passione di San Marino hanno anche imparato l’italiano, conoscono a memoria i nomi dei giocatori ed oramai hanno eletto a seconda patria la Repubblica sul Titano.

Passione

Fra i tanti, mi ha colpito la figura di un tifoso avvolto nella bandiera di San Marino che nella fredda serata di Vaduz ha incitato dall’inizio alla fine, ciascuno per nome, i giocatori allenati da Roberto Cevoli, dei quali val la pena ricordare che solo uno (il centravanti e capitano Nicola Nanni, classe 2000) è professionista, inserito nella rosa della Torres che milita in serie C, autore su rigore del gol del 2-1 (dopo che in chiusura del primo tempo il Liechtenstein aveva trovato il vantaggio), la rete decisiva anche se il match è poi terminato 3-1 per la Nazionale del Titano.

Le stelle

È Nanni l’uomo copertina di San Marino, alla pari del suo tecnico, perché Cevoli vanta oltre 500 presenze tra i professionisti (una cinquantina anche in serie A) e tante panchine, soprattutto in serie C, che lo hanno portato spesso ad incrociare il suo cammino con quello di club bresciani, soprattutto la FeralpiSalò, battuta quattro volte in sei gare quando guidava il Renate.

Impatto

Cevoli ha cambiato radicalmente, e in meno di un anno (è in carica dal 15 dicembre del 2023), la Nazionale del Titano, che già nella prossima Lega C di Nations League dovrà comunque raddoppiare gli sforzi per evitare le goleade che hanno spesso contraddistinto le sue uscite europee. Intanto, però, gli storici supporter di San Marino, quelli che con tanta autoironia si erano uniti dietro lo striscione con la scritta «Mai una gioia», per una volta sono passati dalla parte dei vincitori. Chi era a Vaduz ricorderà a lungo quella serata così particolare e lo farà in tante lingue ed in tutti i continenti, perché è così, la squadra ancora ultima nel ranking Fifa è anche quella che più unisce appassionati provenienti da tutto il mondo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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