Il tennistavolo di Stefano Moras: «Alla quantità preferisco la qualità»

Aveva appena perso il tie break per 13-15 Stefano Moras al termine di una ferocissima battaglia quando – senza rivolgere una parola ai compagni – se n’è andato negli spogliatoi distrutto dalla delusione e non ha visto che chi lo aveva battuto era ancora più stravolto di lui per il pericolo corso. E così non è stata una vittoria, semmai una sconfitta a rivelare al mondo del tennistavolo italiano il talento del ventitreenne atleta del Marco Polo perché è arrivata contro Romualdo Manna – uno dei miti di questo sport – che pur avendo vinto due scudetti ed essere salito anni fa al numero 3 del ranking italiano ha dovuto dare tutto se stesso per domare il suo avversario.
Talento
Quel match contro il leader della Torino Universitaria ha reso ufficiale quanto il campo aveva già dimostrato da tempo e cioè che oggi Stefano Moras è in tutto e per tutto un giocatore di A2, cui quest’anno si era affacciato più che altro come premio per aver saputo fare un passo indietro nel 2023 – dopo la promozione dalla B1 – autoretrocedendosi nella seconda squadra per fare spazio a un giocatore di categoria. La società gli chiedeva quest’anno solo di fare esperienza, lui è andato oltre ottenendo ben sette vittorie – quasi tutte contro pronostico – dando un grande contributo alla seconda salvezza consecutiva del team cittadino ottenuta quasi esclusivamente con atleti di casa. «E pensare che nelle prime due giornate ero andato male e qualche dubbio mi era venuto – ricorda oggi – per fortuna ho sempre sentito attorno a me la fiducia del club e dei compagni».
Cammino
Già nel terzo turno la sua prima vittoria in A2 contro Matteo Fantoni ha garantito un punto in classifica contro Milanosport e, nel turno successivo, la definitiva esplosione con due vittorie su due contro il Südtirol. Da quel momento in poi Moras è diventato un titolare inamovibile, completando il suo processo di maturazione in una stagione tra l’altro in cui – per impegni di lavoro – si è allenato meno che negli altri anni. «Ho privilegiato la qualità alla quantità – racconta – e grazie alla maggior presenza in palestra del tecnico Davide Rossini ho potuto lavorare sui miei punti deboli».
Molto, in estate, gli ha giovato uno stage in Cina con gli istruttori del club Wang Xuelan e Ge Ke Qiang. «Ho conosciuto un mondo nuovo lì dove questo sport è una religione: ho capito l’importanza dei dettagli, quanto sia fondamentale conoscere i punti forti e i punti deboli degli avversari, la necessità di una concentrazione assoluta in ogni fase del match».
Il gruppo
Stefano ha scoperto quello che per lui era solo ping pong da bambino all’oratorio, quando fu notato da un tecnico del Marco Polo, club col quale è salito dalle categorie minori sino alla A2. Gli anni scorsi veniva in palestra a tifare per quelli della prima squadra, ora è diventato uno di loro. Gli atleti fanno molto, il gruppo tutto, specie al Marco Polo.

Lo conferma Filippo Marchese, bandiera del club, l’unico ad aver fatto l’intera trafila dalla D alla A2. «A un certo punto mi sono sentito un peso per gli altri perché non riuscivo a vincere una partita. Però era necessario che continuassi a giocare per sbloccarmi, i compagni e l’allenatore hanno continuato a credere in me e così sono uscito dalla crisi».
Fondamentale proprio il suo successo su Jacopo Endrizzi, nel match di ritorno contro il Südtirol, a rendere aritmetica la permanenza in A2. Quattro pesanti vittorie le ha aggiunte Abdou Chokry – ormai un’istituzione al Marco Polo – pochissime stecche dal rinforzo esterno Paolo Bisi (15 vittorie su 18) che quando ha dovuto saltare qualche turno perché impegnato nel campionato svizzero è stato degnamente sostituito dal rumeno Constantin Spelbus (5 successi su 6).
Mai avuta la tentazione di schierarli entrambi per garantirsi una salvezza più rapida? «Mai – assicura Davide Rossini, che per anni è stato giocatore del Marco Polo – noi della vecchia guardia siamo cresciuti insieme e la mentalità è quella di non lasciare fuori nessuno di noi, qualunque sia l’esito finale del campionato». E anche quest’anno il traguardo è stato raggiunto. Sarà festeggiato con una vacanza insieme a fine stagione: complimenti, ve la siete meritata.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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