Storie

IL RAGAZZO DI CAMPAGNA

Regia: Castellano e Pipolo
AA

Regia: Castellano e Pipolo
Con:     Renato Pozzetto, Massimo Serato, Massimo Boldi, Enzo Cannavale, Clara Colosimo, Franco Diogene, Donna Osterbuhr, Armando Celso, Renato D'Amore, Sandra Ambrosini, Dino Cassio, Daniela Piperno, Massimo Pongolini
Genere: commedia
Distribuzione: Mustang

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Prima volta in dvd di questo film di Renato Pozzetto curiosamente rimasto inedito per il supporto e che nel 1984 incassò l’allora cospicua (all’altezza dei grossi blockbuster Usa) somma di oltre 10 miliardi. Il secondo dell’attore diretto da Castellano e Pipolo dopo “Mia moglie è una strega” e che ha preceduto “È arrivato mio fratello” (1985) e “Grandi magazzini” (1986) sempre dei due registi. Pozzetto è Artemio, contadino che vive in una casa colonica senza elettricità e acqua corrente in un minuscolo paesino di campagna la cui popolazione è composta da anziani e dove uno dei pochi divertimenti (sequenza gustosa e surreale)è andare come se si fosse al cinema ad assistere fra i campi al passaggio dell’unico treno quotidiano. Artemio ha appena compiuto 40 anni, è scapolo e vive con la madre iperpremurosa che inutilmente gli propone di sposare Maria Rosa (Clara Colosimo), ragazzotta del paese sgraziata, bruttina e con la faccia piena di brufoli, Ragion per cui, stanco della vita genuina, ma monotona dell'agricoltore e della situazione, egli decide di andare a cercare fortuna a Milano. L’impatto con la metropoli è però violento: il trattore su cui è arrivato gli viene sequestrato per aver bloccato il traffico e perché privo dei requisiti necessari per circolare, la gente passa frettolosa senza dargli retta, una vigilessa impettita al centro di un incrocio gli impedisce di attraversare la strada, lui scende nel sottopassaggio, ma è travolto dalla folla arrivata in metropolitana, prende un taxi per fare pochi metri e si ritrova truffato… Ma non è meglio il cugino Severino Cicerchia (Massimo Boldi) cui si rivolge per chiedere lavoro e ospitalità, ma che è un poco di buono che ha piena la casa di oggetti rubati – Artemio da campagnolo ingenuo non si accorge che fa il ricettatore - i e lo porta con sé facendogli guidare la Vespa con la quale scippa una vecchietta e poi una bella ragazza, Angela (Donna Osterbuhr).

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Quando capisce ciò che ha fatto, Artemio si riprende la borsa di Angela per restituirgliela, ma a casa non la trova e la consegna alla portinaia, Una volta uscito, viene riconosciuto dalla ragazza che era andata a chiamare il fabbro, dal momento che era rimasta senza le chiavi dell’appartamento, che prende a malmenarlo come ladro. Chiarito l’equivoco, Angela per scusarsi decide di ospitarlo per una notte  e poi lo accompagna a cercare un alloggio (un mini…minilocale a caro prezzo), abiti eleganti e non da contadino e lo raccomanda ad alcuni amici perché gli trovino un lavoro nelle assicurazioni. Basta così, a parte il dire che Artemio si innamora di Angela credendo che lo stesso capiti anche a lei, tanto più che una notte lo ha ospitato nel suo letto, salvo finalmente capire, spesi tutti i suoi soldi, che forse la vita di contadino gli è più congeniale, tanto più che bastano un pio di calzoncini stretti e una pomata miracolosa a rendere attraente  Maria Rosa… Castellano e Pipolo avevano già portato sullo schermo in “Il bisbetico domato” con Celentano e la Muti il dualismo città-campagna, ma qui lo fanno in modo un po’ più banale, con una sceneggiatura di grana grossa, a tratti volgare e magari un po’ demenziale (il personaggio di Severino detto “lo scoreggione” e viene purtroppo ribadito perché). Più che un film, un filmetto gradevole e furbastro cucito su misura per Renato Pozzetto, abbastanza simpatico ed efficace nell’ennesimo ruolo di sempliciotto sprovveduto ma bonario, alle prese magari con eccessi di script come il monolocale di pochi metri quadrati senza finestre (ma c'è l'aria condizionata…) con mobili e arredi, anche da cucina, estraibili dalle pareti in cui è costretto a districarsi, o come la rappresentazione tragicomica di Milano giungla urbana fra traffico impazzito, piccola e grande criminalità, disoccupazione imperante, frenesia, ritmi incomprensibili, arrivismo, rapporti umani dove non conta il sentimento, ma soddisfare i propri capricci. Molto buona l’edizione in dvd che offre tre extra di rilievo: “Un caffè al Bar Gattullo”, intervista a Renato Pozzetto; “Ma che battuta è?”, intervista a Massimo Boldi; “La Maria Rosa va in città e noi andiamo in campagna”, intervista a Sandra Ambrosini.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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