Il 7 luglio 1843 a Corteno nasceva Camillo Golgi
Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
Il 7 luglio 1843 a Corteno nasceva Camillo Golgi, scienziato, medico ed accademico bresciano che ha onorato la nostra terra, essendo stato il primo italiano in assoluto a ricevere un Premio Nobel, nella fattispecie per la Medicina, anticipando di qualche mese il poeta Giosuè Carducci. Correva l'anno 1906.
Di famiglia benestante, il padre è medico condotto presso il paese dell'alta Val Camonica, sin da bambino viene indirizzato verso gli studi, frequentando le scuole primarie in paese e conseguendo il diploma al Liceo Classico Arnaldo di Brescia.
Nel 1865, in quel di Pavia, si laurea in Medicina e di lì a poco inizia a praticare come primario chirurgo presso le Pie Case degli Incurabili ad Abbiategrasso, nella provincia milanese. Nella struttura ospedaliera inizia anche ad occuparsi di studi anatomo-psicologici.
Il suo laboratorio è una piccola cucina rudimentale, con un microscopio e poco altro. Nonostante l'ambiente poco consono, nel 1873 mette a punto la rivoluzionaria «reazione nera» (che nel tempo prenderà il nome di Metodo Golgi) che permette di colorare selettivamente le cellule nervose e la loro struttura organizzata. Questa sua scoperta verrà conosciuta ed apprezzata molti anni dopo, per merito del suo mentore, il patriarca della biologia ottocentesca Rudolf Albert von Kolliker e gli varrà il Premio Nobel.
Nel frattempo Camillo abbandona Abbiategrasso per trasferirsi a Pavia, dove ottiene le cattedre di Istologia e Patologia generale e dove viene nominato rettore dell'Università, incarico che ricoprirà per due lassi di tempo, dal 1893 al 1896 e dal 1901 al 1909.
Nella sua lunga carriera di ricercatore compie altre importanti scoperte, tra le quali si annovera senz'altro la «legge di Golgi» che consente di trattare e guarire gli infetti da malaria al momento giusto con il chinino. Studia e descrive la precisa anatomia e la funzione delle terminazioni nervose dei tendini, dei reni e dei bulbi olfattivi.
Nel 1898 il suo nome balza di nuovo agli onori della cronaca del mondo intero; infatti, quell'anno, scopre l'apparato dei componenti fondamentali della cellula, cinquanta anni prima dell'invenzione del Microscopio elettronico, che confermerà in pieno gli studi. Secondo gli «addetti ai lavori» dell'epoca tale scoperta, da sola, sarebbe valsa un Premio Nobel. Premio Nobel che gli verrà conferito nel 1906 per la messa a punto della reazione nera. Con il meritato premio il nome di Golgi raggiunse il massimo della fama internazionale. Durante il primo conflitto mondiale Camillo dirige l'ospedale Militare di Pavia e promuove il trattamento riabilitativo dei feriti di guerra, creando un centro di riabilitazione delle lesioni al sistema nervoso periferico. A guerra finita torna ad esercitare il ruolo di ricercatore nell'Università pavese.
Nel 1924, inizia un declino dovuto ad una malattia che lo allontanerà dalla cattedra, dagli studi e lo porterà alla morte, avvenuta in quel di Pavia il 21 gennaio 1926, città dove è sepolto. Alla sua morte il comune di Corteno affiancherà al nome del paese quello dell'illustre concittadino, diventando da quel momento Corteno Golgi.
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