I TRE VOLTI DELLA PAURA

Regia: Mario Bava
Con: Michèle Mercier, Boris Karloff, Lydia Alfonsi, Mark Damon, Glauco Onorato, Jacqueline Pierreux
Genere: horror
Distribuzione: Sinister film
Dopo il succoso antipasto della scorsa settimana costituito da “Le origini del Male” e “Liberaci dal Male”, ecco ben cinque segnalazioni di film horror che vanno dall’eccellenza al prodotto medio, quattro delle quali all’insegna i Sinister film, specializzata in recuperi e ritrovamenti che sono una manna per gli amanti del genere. Il primo dei quali non può essere che questo per la prima volta in bd e per di più con dovizia di contenuti speciali di cui si parla alla fine. “I tre volti della paura” del 1963, che uscì all’estero come “Black Sabbath” è il sesto film di Mario Bava (che lo firmò con lo pseudonimo di John Old) , il secondo horror dopo quello d’esordio “La maschera del demonio” del 1960 (ma un po’ di horror era presente pure in “Ercole al centro della Terra” del 1961), ed è un’antologia di tre episodi alla cui sceneggiatura collaborarono Marcello Fondato e Alberto Bevilacqua. ispirati ad altrettanti racconti della letteratura fantastica: “Il telefono”, attribuito nei titoli a Maupassant ma che in realtà sarebbe stato scritto da tal F.G. Snyder (“Carneade, chi era costui?” ripeterebbe giustamente oggi Don Abbondio dal momento che di lui non si sa altro); "I Wurdalak", è tratto da "Sem'ya vurdalaka" di Aleksej Tolstoj (non il grande scrittore Lev Nikolaevic, ma suo fratello); "La goccia d'acqua", da un racconto apocrifo di Anton ?echov (ma forse anche questo riferimento è d’invenzione). Nel primo, dal finale a sorpresa, Michèle Mercier riceve ogni notte telefonate in cui è minacciata di morte da quello che ritiene l’ex-amante e si rivolge all’amica Lydia Alfonsi affinché l’aiuti; nel secondo, Boris Karloff è insieme narratore e nonno succhiasangue nella cupa saga di una maledizione vampiresca che grava sopra una famiglia e a cui un giovane innamorato cerca di far scampare una ragazza: nel terzo, l’infermiera Jacqueline Pierreux, chiamata a vestire una zitella morta, le ruba un anello: non l’avesse mai fatto, tanto più che la defunta era una medium… Inutile ripetere quanto sia grande regista horror Bava, stimato all’estero quanto in Italia sprezzantemente ritenuto di serie b (Fellini in “Tre passi nel delirio“ copiò bellamente e senza dirlo la bambina con la palla simbolo di morte di “Operazione terrore”) finché grazie al primo Mystfest di Cattolica che gli dedicò una retrospettiva, nel 1980, fu avviata la sua riscoperta. Questo è uno dei suoi migliori film e, nonostante una certa teatralità recitativa, offre tuttora spunti di grande interesse. E di paura, come promette il titolo. Eccellenti gli extra, tra i quali spicca la versione americana dell’Aip (e pensare che Corman era un ammiratore di Bava) sottotitolata in italiano e oggi criticatissima dacché introduceva pesanti modifiche, specie in “Il telefono”, da cui fu abolito il sottofondo sadico per farne un storia di fantasmi. Altri contenuti, gli stranieri sottotitolati in italiano: documentario "I trucchi del Maestro"; colonna sonora originale di Roberto Nicolosi; commento audio di Lamberto Bava e Luigi Cozzi; intervista di Luigi Cozzi a Lamberto Bava; scene inedite; trailer italiano e Usa; spot tv; interviste a Carlo Rustichelli, Cameron Mitchell e Mary Arden relative al film “Sei donne per l'assassino”. Fondamentale per una videoteca horror.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato