Hyak salpa con il vento in poppa per aiutare i malati psichiatrici
Il nome Hyak è quello della barca con cui Jack Nicholson, nel film «Qualcuno volò sul nido del cuculo», porta i pazienti di un reparto psichiatrico a fare una gita in mare per fargli vivere un’esperienza terapeutica di liberà. Così accade sul Garda con il progetto Hyak che riparte dopo lo stop imposto dalla pandemia e dalla scomparsa del presidente Sandro Pellegrini, fondatore e anima dell’associazione (oltre che voce storica della vela per il nostro giornale e di Teletutto) assieme al medico psichiatra Gianluigi Nobili. Ora il progetto di vela terapia salpa nuovamente dalla rive del Garda con un nuovo direttivo timonato da Massimo Goffi e con la collaborazione del Circolo Nautico Portese del presidente Franco Tirelli e della Polisportiva di San Felice, grazie al coinvolgimento del presidente Luigi D’Angelo e dell’istruttore Giacomo Martinelli.
Nuovo inizio
«Già dai primi di maggio - dice Goffi - riprenderemo, ogni venerdì, le uscite in barca con i pazienti dei reparti di psichiatria dell’Asst del Garda, sotto la direzione del dottor Nobili». L’idea che sta alla base del progetto è che l’isolamento sociale che affligge i pazienti psichiatrici gravi possa essere alleviato grazie, appunto, alla vela. E questo soprattutto perché in barca la collaborazione reciproca e la fiducia nell’altro sono i presupposti per una buona e sicura navigazione.
In barca servono rispetto dei ruoli e dei tempi nel compiere le manovre, reciproco sostegno e affiatamento. Così i pazienti psichiatrici si trovano in situazioni che richiedono la messa in atto di comportamenti antitetici alla loro patologia, spesso caratterizzata da profonda diffidenza nei confronti del prossimo. Da queste considerazioni prese vita, nel 1997, il progetto Hyak, subito sostenuto dagli operatori del Centro psico-sociale Alto Garda dell’allora Azienda ospedaliera di Desenzano con la collaborazione di alcuni club velici, il Circolo Vela Gargnano - la «casa» di Sandro Pellegrini, che promosse l’iniziativa con il convegno «Navigando nel Grande Mare della Solidarietà» -, ma anche la Canottieri Garda Salò, il Circolo Vela Toscolano Maderno, la Fraglia Vela Desenzano.
Come supportare il progetto
Ora, grazie al nuovo supporto del circolo di Portese, le barche di Hyak sono pronte a salpare di nuovo, per garantire un’esperienza terapeutica ai pazienti, ma anche per combattere lo stigma del malato psichiatrico, spesso oggetto di discriminazione ed esclusione. Per contattare Hyak si può mandare un’e-mail a associazione.hyak@sicurezzapostale.it. Importante il supporto dei privati. E basta una forma: per sostenere il progetto con il 5 per mille, il codice fiscale del sodalizio è questo: 96024230177.
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