Storie

FIORE DEL DESERTO

Regia: Sherry Hormann
AA

Regia: Sherry Hormann
Con: Liya Kebede, Sally Hawkins, Craig Parkinson, Meera Syal, Anthony Mackie, Juliet Stevenson, Timothy Spall, Soraya Omar-Scego 
Genere: drammatico/biografia
Distribuzione: CG Entertainment

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“Fiore del deserto” è la traduzione del nome somalo Waris che ha dato il titolo all’autobiografia di di Waris Dirie, top model di fama internazionale, che ha venduto 11 milioni di copie nel mondo e dal quale la regista tedesco-americana Sherry Hormann ha tratto questo film presentato nelle Giornate degli autori della Mostra di Venezia 2009 e ora disponibile in dvd. Sembra un po’ una favola (e la regista ne accentua l’impressione con l’alternarsi delle immagini della giovinezza travagliata della protagonista e il suo fulgore nelle sfilate di moda), ma non lo è affatto, anzi è una delle tante denunce contro l’agghiacciante (vedi cosa fa la madre alla bimba di tre anni) pratica dell’infibulazione praticata in molte società dell'Africa e della penisola araba. La somala Waris appunto non solo è stata tra le vittime di tale aberrante (e biecamente maschilista) consuetudine, ma per lei, quando era 13enne, la famiglia aveva pure predisposto il matrimonio combinato con un vecchio di cui sarebbe divenuta la quarta moglie. Tema quello delle adolescenti costrette a sposarsi che è stato trattato più apertamente nel film “La sposa bambina” di Khadija Al-Salami, segnalato settimane fa questo blog. Di fronte  tale prospettiva, Waris, il cui nome significa Fiore del deserto e che vive in una tribù nomade nel deserto fra capre e miseria, decide però di sottrarsi al destino che le era stato preparato e fugge prima trovando riparo a Mogadiscio e poi arrivando addirittura a piedi nudi e con un passaporto falso a Londra, dove si adatta a lavori umili, tanto più che non sa l’inglese, vive nella paura degli altri e nel ricordo di ciò che aveva dovuto subire (“quel momento, da bambina, in cui mia madre mi ha mutilata. Nel deserto. Il sangue, le lacrime, gli urli”) e, dopo le prime diffidenze anche da parte dell’altra, diventa amica dell’aspirante ballerina Marylin (Sally Hawkins) dal temperamento bizzarro, vulcanica e pasticciona, goffa e sfacciata, sgarrupata e orgogliosa. È comunque una ragazza bellissima e nel modesto fast food in cui fa le pulizie è  notata dal fotografo di moda Terence Donovan (Timothy Spall) che in breve tempo, con la collaborazione di Lucinda (Juliet Stevenson), direttrice di un’agenzia di modelle, fa di lei una splendida top model.

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E’ la svolta della sua vita, Waris un poco alla volta prende consapevolezza anche dei suoi diritti come donna e come essere umano,  ma la fortuna arrisa non le fa scordare il passato e le sofferenze sue e di tante altre bambine come lei vittime dell’infibulazione, pratica non prescritta dal Corano e che, secondo i dati raccolti dall’Onu,  rende vittime circa 6mila bimbe ogni giorno. Con intelligenza e altruismo ha così deciso di sfruttare il suo successo per le atrocità della pratica disumana davanti alle Nazioni Unite, di farsi portavoce delle sofferenze femminili, ha creato la Fondazione Fiore del deserto che continua a salvare ogni anno migliaia di bambine dall’infibulazione e così  l’ex segretario generale Kofi Annan l’ha nominata ambasciatrice straordinaria dell’Onu, portavoce ufficiale della campagna contro le mutilazioni femminili. Nel film, a interpretare Waris Dirie è stata chiamata Liya Kebede, un'altra supermodella che proviene dalla stessa parte del mondo (ma è etiope e non somala) e che al suo debutto sullo schermo si rivela non solo perfetta per il ruolo, ma anche un'ottima interprete. Per altro, la regista di “Fiore del deserto” non si mostra particolarmente inventiva nel girare e cerca di puntare molto sulla drammaticità delle situazioni, cosa che fa alternando anche un po’ troppo la storia e le sofferenze della ragazzina con le immagini delle sue sfilate, radiosa di bellezza e di eleganza, c’è qualche venatura melodrammatico-musicale in eccesso, la tragedia cede talora il passo alla commedia e molto divertenti, ad esempio, sono le scene fra Waris l’amica. Meglio così comunque se la platea così raggiunta può esser più vasta. Cosa che rende possibile ora pure l’edizione in dvd che per extra offre trailer e lo special “Io faccio film”.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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