Cultura

Caso Meta-Moro: una notte a «googlare» a caccia del... plagio

Le statistiche del principale motore di ricerca, Google, confermano: nel cuore della notte tutti a caccia del plagio
Ermal Meta e Fabrizio Moro sul palco dell'Ariston - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Ermal Meta e Fabrizio Moro sul palco dell'Ariston - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Giusto il tempo di ascoltare l'esibizione di Ermal Meta e Fabrizio Moro con la loro «Non mi avete fatto niente» e la 68esima edizione del Festival di Sanremo ha avuto subito il suo giallo da indagare.

E non solo attraverso il dibattito mainstream che ne è nato nel corso del Dopofestival, tra accuse di plagio per il ritornello che ricalca quello del brano «Silenzio» proposto da Ambra Calvani e Gabriele De Pascali a Sanremo Giovani due anni fa (scritto dallo stesso autore e ora considerato dalla Rai conforme al regolamento come autocitazione autoriale).

Già, perché nell'era della second screen experience - l'abitudine consolidata di seguire un evento come Sanremo con il televisore da un lato e smartphone o tablet a portata di mano - la caccia al presunto plagio è scattata in un amen in molte case dei telespettatori di Mamma Rai.

La prova? Viene dai dati diffusi da Google Trends, le statistiche legate alle principali ricerche effettuate dagli utenti del principale motore di ricerca, Google, appunto. Queste mostrano inconfutabilmente come, dopo l'una - a prima puntata del Festival conclusa e Dopo Festival in corso - la curiosità digitale degli italiani ha cominciato a correre sulla tastiera cercando parole chiave ben precise: «plagio, sanremo» in primis, e quindi «Silenzio».

La curva che rappresenta il picco di ricerche sul caso Meta-Moro è lì da vedere: fino alle 3 di notte un tormentone che solo il sonno a parzialmente sopito.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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