Storie

È RICCA, LA SPOSO E L'AMMAZZO

Regia: Elaine May
AA

Regia: Elaine May
Con: Walter Matthau, Elaine May, George Rose, Jack Weston, James Coco
Genere: commedia
Distribuzione: Sinister film

06-E' RICCA, LA SPOSO E L'AMMAZZO_alta
Un monitor con i tracciati di due linee che si alzano e si abbassano, un uomo vestito di bianco con l’aria attenta e insieme perplessa, un uomo in giacca e cravatta che esprime preoccupazione… Siamo forse in una sala di rianimazione di un ospedale? Ma no, è una sofistica officina automobilistica in cui Henry Graham (Walter Matthau) ha portato a far controllare la sua Ferrari che usa tre volte la settimana e che tre volte alla settimana si guasta ottenendo sempre la stessa diagnosi: valvole incrostate. È questo lo spiritoso incipit (in cui la casa di Maranello non fa certo bella figura) che precede i titoli di testa di “È ricca, la sposo e l'ammazzo”, deliziosa commedia romantica con gocce di acidulo e paradossale scritta, diretta e cointerpretata da Elaine May, che non è molto conosciuta in Italia, o meglio è stata dimenticata (forse per la questione della Ferrari…), ma che  è un autentico gioiellino e fra le migliori prove di Matthau, istrionico e perfidamente imperturbabile. Per la cronaca, la May. che a inizio carriera aveva formato un apprezzato duo cabarettistico con Mike Nichols (quello de “Il laureato“ e altri grandi film), con questa opera prima pareva avviata a una brillante carriera di sceneggiatrice (suoi gli script “Il Paradiso può attendere” e, sia pure non accreditati, “Reds” e “Tootsie”) e regista, carriera questa che fu però tarpata dal clamoroso flop di “Ishtar “ con Warren Beatty e Dustin Hoffman (”se tutti quelli che lo hanno stroncato l’avessero visto, sarei diventata  ricca”, disse accettando ironicamente la sconfitta)  , dopo il quale smise di dirigere e si limitò a sceneggiare “Piume di struzzo” e “I colori della vittoria”. Ultima nota, ma non da poco: la May è inserita, assieme Lina Wertmuller, nell’elenco del Telegraph delle “34 donne che hanno cambiato il cinema”. Ma torniamo a Matthau, che è Henry Graham, odioso scapolo snob di mezza età che vive di rendita, anzi viveva perché a furia di spendere più della rendita annua ha azzerato il capitale lasciatogli dal padre e si trova sul lastrico, costretto a dire addio (scena eccellente) a ristoranti, club, scuderie e altro frequentati. Unica soluzione, sposare una donna ricca prima che si venga a sapere della sua caduta sociale (impresa ardua e pe un misantropo quale è lui che sembra appena sopportare il gentil sesso se non odiarlo) e poi ucciderla. Per far ciò, chiede un prestito con clausole da usuraio (deve restituire la somma entro sei settimane, pena la perdita dei suoi restanti averi) all’ancor più odioso (e ce ne vuole…) ricchissimo zio, ma i giorni passano, scanditi dal preoccupato e  quasi materno maggiordomo Harold (l’ottimo George Rose), la scadenza è vicina, ma proprio in dirittura d’arrivo – manca una settimana – nota in un salotto Enrichetta Lowell (la stessa regista Elaine May, imbruttita), zitella goffa, impacciata, mal vestita e altro ci si metta, ma straricca.

ricca3.jpg

E molto, ma molto ingenua  tanto da cadere nel corteggiamento di Hery fatto con piglio scostante e da accettare – complice un moscato di infimo prezzo che lei adora (scena memorabile) – di sposarlo pressoché subito, ma soprattutto da rifiutare i consigli del suo (interessato) avvocato e di dare allo sposo carta bianca sui suoi conti (taccio il perché, che è oggetto di uno dei momenti più esilaranti). Henry ce l’ha fatta quindi e comincia a pensare come eliminare la sposina sempre più bisognosa di supporto e che non si accorge dei suoi falsi sorrisi; peccato che lei, botanica, sia per la “coltivazione biologica” e nella serra non si trovino veleni… La prima cosa che però Henry fa è cacciare tutta la strapagata e inefficiente servitù accusandola – giustamente – di circonvenzione d’incapace attuata con la complicità del suo avvocato e prendendo in mano i conti di casa, un cambiamento per un uomo ozioso e senza interessi che Harold gli fa notare, mentre Enrichetta scopre che il marito ha una laurea in Storia e vorrebbe che insegnasse nella sua stessa scuola. Chi la spunterà fra i due? Forse Henry, che accompagna Enrichetta nell’escursione nelle selvagge Adirondack fra foreste, fiumi in piena e animali feroci?  Attenzione però, se il titolo italiano è sin troppo esplicativo, quello originale e criptico è “A new leaf” (Una nuova foglia) e dietro di esso si cela il tocco romantico che è un valore aggiunto del film. Che per chi lo conosce costituisce un delizioso momento di rincontro mentre per gli altri costituirà una più che piacevole scoperta. Il dvd è ben realizzato (a parte il poco invitante disegno in copertina con un Matthau irriconoscibile), recupera due brevi scene sottotitolate a suo tempo tagliate; unico extra il trailer. Straconsigliato.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato