Dormitorio San Vincenzo, nei volti degli ospiti 125 anni di accoglienza
Volti seri, sorridenti, affaticati. Si offrono alla fotocamera e fissano il visitatore, come a chiedere di essere riconosciuti per lasciare l’anonimato di una vita ai margini. Tutti sono stati ospiti di uno degli spazi dell’associazione Dormitorio San Vincenzo, realtà nata nel 1994 ma la cui struttura più antica – il dormitorio San Vicenzo de’ Paoli in via Sant’Urbano 10 – venne fondata nel lontano 1899. Da allora sono passati 125 anni, un compleanno festeggiato ieri pomeriggio con l’inaugurazione della mostra «Guardateci negli occhi» del fotografo Carlo Bianchetti, ospitata all’Atelier Filò in via Gabriele Rosa 2, ma destinata a traslocare il 22 gennaio alle Case San Vincenzo di via Carducci, dove sarà visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18.30.
Sguardi
Dietro ognuno dei 35 ritratti in bianco e nero che compongono l’esposizione si nasconde una storia di emarginazione che ha spinto le persone immortalate a chiedere accoglienza all’associazione Dormitorio. «Ci sono persone alle prese con la dipendenza da droghe, donne vittime di violenza dal compagno, persone che hanno perso il lavoro – racconta l’autore –. Prima di fotografare ho raccolto le loro testimonianze per capire come pormi nel fare le fotografie. Essere protagonisti di qualcosa e sentirsi importanti per loro non è scontato: all’inizio qualcuno era timido, poi si sono lasciati andare e hanno capito l’importanza del progetto». Esposti attorno alle fotografie ci sono indumenti di uso quotidiano che rimandano alla condizione di chi è senza fissa dimora (sciarpe pesanti, scarpe consumate), ma anche specchi: «Così che chi osserva le fotografie veda gli occhi e i ritratti delle persone, ma possa anche vedere se stesso e paragonarsi agli ospiti», spiega il fotografo.
Condivisione
Il senso della giornata di ieri, d’altronde, era anche mettere a contatto la comunità con gli ospiti dei dormitori, per dare un corpo a chi ogni giorno è accolto nell’anonimato. Molti ospiti ieri pomeriggio erano tra i fedeli alla messa celebrata per i 125 del Dormitorio dal vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, nella chiesa di Santa Maria della Carità, ma anche tra i visitatori della mostra e tra gli invitati all’apericena preparato dalla cooperativa Anemone negli spazi di via Sant’Urbano. Qualche volto era lo stesso che compariva nelle fotografie: «Mi è piaciuto condividere la mia storia – ha raccontato uno degli ospiti ritratti, da un anno alle Case San Vincenzo di via Carducci –. Lì per me non è un dormitorio, ma una famiglia».
Oggi gli ospiti delle strutture dell’associazione, tra cui appartamenti di housing sociale, sono oltre 150 al giorno. In via Sant’Urbano ci sono 44 posti letto per soli uomini, accolti dalle 18 alle 8, mentre alle Case San Vincenzo l’accoglienza è h24 con 33 posti per i maschi e 15 per le donne. Nel 2024 sono state accolte 802 persone, di cui 734 uomini e 68 donne, per un totale di circa 25mila presenze durante l’anno: «L’utenza negli anni è cambiata molto – ha spiegato la presidente dell’associazione, Bona Sulliotti –. Ci sono molti più giovani, mentre una volta avevamo solo persone di una certa età. Ci sono anche molti più italiani di una volta e molte più donne sulla strada: quest’ultimo purtroppo è un nuovo fenomeno». Nuovi bisogni spingono a continuare un cammino lungo 125 anni: «Di cose ne abbiamo fatte tante e ne faremo sempre di più».
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