Storie

DONNE AMAZZONI SULLA LUNA

Regia: Joe Dante, Carl Gottlieb, John Landis, Peter Horton, Robert K. Weiss
AA

Regia: Joe Dante, Carl Gottlieb, John Landis, Peter Horton, Robert K. Weiss 
Con: Rosanna Arquette, Steve Guttenberg, Ralph Bellamy, Arsenio Hall, Sybil Danning, Griffin Dunne, Carrie Fisher, Joe Pantoliano, Steve Forrest, Lou Jacobi, Michelle Pfeiffer, Henry Silva, B.B. King
Genere: comico/demenziale
Distribuzione: Pulp video

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Nel 1977, John Landis alla sua seconda regia ha diretto “Ridere per ridere”    film comico-demenziale a episodi con la sceneggiatura del trio Zucker-Abrahams-Zucker (David, Jim e Jerry) che era al primo impatto con la scrittura cinematografica e che con “L'aereo più pazzo del mondo”, dai loro scritto, sceneggiato e diretto, avrebbe imboccato la strada del successo. È sulla falsariga di quello anche questo “Donne amazzoni sulla Luna” di dieci anni dopo concepito da Landis, sceneggiato da Michael Barrie e Jim Mulholland e che assieme all’ideatore vede tra i registi Joe Dante, Carl Gottlieb, Peter Horton e Robert Weiss. Pellicola che è una via di mezzo tra il film a episodi e l'antologia di sketch, alcuni brevissimi, che mettono in berlina aspetti della vita americana dell’epoca: di tutto un po’ dai ritmi biologici ai valori spirituali, dalle istituzioni, ai comportamenti, dalle tradizioni ai sentimenti più elementari. Una parata di trash voluto che scomoda B-movie, pubblicità, hardcore, trasmissioni tv e così via, persino funerali. Il tutto avendo come cornice (si fa per dire, perché l’inizio viene posticipato per motivi tecnici) il film di fantascienza del titolo la cui proiezione, già difettosa per via di graffi e giunte malfatte (espediente usato pure da Rodriguez e Tarantino nel trailer di  “Machete” creato a dividere i due capitoli di “Grindhouse”) è funestata da ogni tipo di incidente, compreso un blocco che manda a fuoco parte della bobina in macchina, che fanno sì che si proceda con abbondanza di salti e senza logica alcuna (ad un certo momento saltano fuori pure i mostri preistorici). La storia, si fa per dire, è quella di sono tre astronauti (uno dei quali con tanto di una simpatica scimmietta) che partono dalla Terra e viaggiando nello spazio finiscono sulla Luna, popolata da bellissime amazzoni che non hanno mai visto un uomo in vita loro, ma che vogliono tenerli imprigionati per sempre, uccidendone pure uno a mo’ di lezione; ma niente paura perché  a quel tempo la fantascienza si concludeva sempre bene. Altro motivo ricorrente è quello del tizio ingoiato dal suo televisore mentre si trovava in mutande e che è costretto a girovagare da un canale all’altro. Tra le storielle più divertenti, quella della coppia di sposini (lei è Michelle Pfeiffer, all’epoca moglie dell’attore e qui regista Peter Horton) cui uno stralunato medico non vuol far vedere il bimbo appena nato; il ragazzo timido e imbarazzato che entra in farmacia per comprare un profilattico e che si ritrova festeggiato e portato all’attenzione pubblica come milionesimo cliente;

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Henry Silva che nella parodia di una trasmissione tv alla “Quark” rivela che lo squartatore di Londra altri non era che.. il mostro di Lochness; i funerali di un uomo banale morto a causa dei giudizi feroci di tre critici cinematografici (che stroncano in tv la sua vita come se fosse un film scadente), ma che diventano uno show buffo con la partecipazione di comici del piccolo schermo vari e della stessa vedova (una serie di cattiverie firmate Joe Dante); il figlio dell’Uomo invisibile che va in giro nudo convinto di aver ritrovato la formula creata dal padre; l’asta fallimentare a prezzi ridicoli del Metropolitan museum di New York; un po’ di buffo hardcore con la presenza cameo del regista Russ Mayer; il dongiovanni Steve Guttenberg che vuole uscore con Rosanna Arquette, che però ha un apparecchietto di nuova invenzione che rivela ogni sua “marachella”, compreso le frasi fatte e le canzoni usate per la seduzione… Da notare che nei titoli di testa ci si ritrova davanti  un “con troppi attori” senza ulteriori delucidazioni. Film non troppo fortunato quando uscì in Italia, “Donne amazzoni sulla Luna” è frutto del Landis anomalo  ed estroverso, ma è anche qualitativamente discontinuo con il suo umorismo che oscilla dalla goliardia al non sense in stile Monty Pythons e persino l’erotismo soft in stile Anni 80. Più che altro una curiosità per cinefili e ammiratori di Landis ora nuovamente reperibile in dvd (introvabile e di parecchi anni fa la prima edizione); nessun extra.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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