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Dalla pandemia di Spagnola al 2024: i 105 anni di ricordi di Nani

Umberto Scotuzzi
Domenica Bertoni, che spegne le candeline il 17 ottobre, è la donna più longeva Manerbio
Domenica Bertoni - © www.giornaledibrescia.it
Domenica Bertoni - © www.giornaledibrescia.it
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«Sono nata alla cascina Campostrini il 17 ottobre 1919, un anno dopo la fine della Prima guerra mondiale e nel bel mezzo della pandemia di Spagnola; avevamo una sola stanza, al piano terra c’era il camino per cucinare e riscaldarsi…»: iniziano da qui i ricordi di Domenica Bertoni che oggi taglia il prestigioso traguardo dei 105 anni di vita. Un’età invidiabile, che la rende non solo la più longeva di Manerbio, ma anche nell’Olimpo dei centenari della nostra provincia.

Per nonna Nani, come da tutti è conosciuta, sembra che gli anni non trascorrano mai. Mente lucidissima, grazie anche alla lettura quotidiana che non si fa mai mancare, arzilla e in forze, si muove autonomamente nella sua abitazione, circondata dall’affetto dei suoi due figli, Tiziana e Pierfausto, e da quello della nipote Anna e delle tre pronipoti.

E si deve proprio ad Anna l’escamotage che ha permesso alla nonna di mettere in fila i ricordi redigendo, la scorsa estate, un album di testi, alcuni scritti direttamente a mano dalla stessa Nani, e di foto. Un pozzo di storia individuale, familiare e, indirettamente, collettiva, che si apre con la venuta al mondo e attraversa tutto il Novecento e il primo quarto del XXI secolo. Aneddoti, poesie, preghiere imparate da bambina e indovinelli sono disseminati lungo le pagine.

«Ero l’ultima di otto fratelli - ricorda - e proprio loro, essendo io la più piccola, mi hanno dato il mio soprannome».

A sette anni Nani, che con affetto ricorda mamma Angela e papà Faustino, ha iniziato a frequentare la scuola elementare: «Per arrivare in paese percorrevo a piedi quasi quattro chilometri anche sotto le intemperie». Poi il trasloco (rigorosamente nel giorno di San Martino) dalla cascina Campostrini alla Fedrizze, quindi al Monastero.

Non mancano, nell’album, le pagine che raccontano il periodo della Seconda guerra mondiale, specialmente i giorni della Liberazione: «Il 24 aprile 1945 mi sono recata a Milano a far visita alla mia cara amica Martina. La notizia che la guerra era finita passava di bocca in bocca: che gioia immensa! Finalmente la Libertà!».

Quindi l’ingresso in fabbrica, al Lanificio Marzotto, il matrimonio con Luigi «Bigio» Piovani, deceduto nel 1974; «lo ricordo e lo penso ogni giorno», ci dice commossa.

Un pensiero va poi alle vacanze estive, trascorse per 50 a Borno, tanto che «l’Amministrazione comunale mi ha riconosciuta come cittadina onoraria: ma la cosa più preziosa, oltre ai ricordi, è il forte legame d’affetto che si è creato nel tempo con i condomini. Per tutti, grandi e piccini, sono la nonna Nani». E oggi sarà una grande festa, in famiglia e semplicità, con una super torta e 105 candeline da spegnere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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