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Corteno Golgi, il paese con un premio Nobel e una santa

La religiosa che diverrà santa ha reso fiera la comunità: «È stata ambasciatrice di amore»
Camillo Golgi e suor Maria Troncatti © www.giornaledibrescia.it
Camillo Golgi e suor Maria Troncatti © www.giornaledibrescia.it
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Un piccolo paese di montagna come Corteno vanta diverse figure illustri a livello mondiale: insieme a Camillo Golgi, primo premio Nobel italiano nel 1906 per la medicina e padre delle neuroscienze moderne, e al filosofo Pietro Chiodi, che tradusse nel 1953 «Essere e Tempo» di Heidegger e diffuse in Italia l’esistenzialismo, da lunedì c’è anche una santa. La beata suor Maria Troncatti, proclamata tale nel 2012 per il suo lavoro nelle missioni in Ecuador, sarà presto canonizzata: lunedì papa Francesco ha autorizzato a promulgare il decreto sul miracolo di suor Maria, ultimo passaggio per la canonizzazione, che dovrebbe avvenire durante il Giubileo. La notizia è rimbalzata a Corteno lunedì sera, ma è stato ieri che si diffusa in tutto il paese e oltre, rendendo fieri gli abitanti.

Umiltà e coraggio

Per il sindaco Giuseppino Lippi, Corteno ha accolto con una «speciale gratitudine» la notizia, che dà lustro all’intera comunità. «Suor Maria – afferma – ha unito in una sorta di gemellaggio due realtà, se parate da un oceano, ma unite dalle medesime condizioni. Ci piace pensare che una nostra ambasciatrice abbia consentito il riscatto del popolo ecuadoregno».

«È un evento di straordinaria rilevanza per Corteno – afferma Pierangelo Milesi, cortenese ex presidente delle Acli bresciane –. La nostra piccola realtà vede una delle sue figlie più illustri riconosciuta come santa, un segno che la santità può germogliare anche nei luoghi più semplici e periferici. Per Corteno è un richiamo a custodire le proprie radici spirituali e culturali. Il suo messaggio è chiaro: vivere la fede con gioia e dedicarsi al prossimo bisognoso con umiltà e coraggio, perché è nel vivere per gli altri che si manifesta la vera grandezza umana e cristiana». Suor Maria Troncatti ha dedicato la sua vita alle missioni, riconosciuta come una madre amorevole in particolare dalle tribù indigene.

«La notizia è stata accolta con gioia – aggiunge Ramona Taddei, presidente della Pro loco –, e storie dei nostri uomini illustri, come quella di suor Maria, sono un esempio per tutti, un invito a seguire le nostre passioni e a lasciare un segno positivo nel mondo. Ci ricordano che anche da un piccolo paese possono nascere grandi cose. È un invito a valorizzare le nostre origini e a sentirci parte di una storia più grande. Ognuno di noi, a modo suo, può diventare un erede di queste figure illustri, portando avanti i loro valori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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