Via libera allo sport all’aperto, ma rispettando le distanze
Ultimo decreto e spazi di movimento per gli amanti della montagna. Il decreto del presidente del Consiglio del 26 aprile, finalizzato a contenere e a gestire l’emergenza Covid-19, era atteso su tutto il territorio nazionale dai cittadini e dalle categorie produttive. Guardavano con attenzione alle nuove norme anche gli appassionati di attività sportive all’aria aperta, finora generalmente rispettosi delle dure limitazioni imposte per legge alla frequentazione degli ambienti naturali, e per questo ancora più desiderosi di riacquistare mobilità, a partire da lunedì, e dirigersi verso montagne, sentieri e pareti, almeno quelli della propria regione.
Il tema non è espressamente affrontato tra le pagine del decreto, si intuiscono tuttavia alcune risposte, anche se l’interpretazione lascia margini di incertezza. L’articolo 1, comma a), riporta che su tutto il territorio nazionale «sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti».
Poche righe più avanti, il comma f) stabilisce che «non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività». Mentre in precedenza l’attività motoria si poteva svolgere solo «in prossimità dell’abitazione», ora questa limitazione viene rimossa, pur senza definirne i margini, che dovrebbero tuttavia ricondursi a quelli di una prossimità raggiungibile senza fare uso di mezzi di trasporto (altrimenti sembrerebbe trattarsi di spostamento non motivato).
Le uscite in bicicletta con partenza da casa tornano invece ad essere fattibili senza limitazioni. Si ribadisce la necessità di mantenere uno spazio interpersonale, fissato in due metri per l’attività sportiva e uno per quella motoria: ma quali sono i parametri che permettono di distinguere l’una pratica dall’altra? E queste in cosa differiscono esattamente dalle attività ludiche e ricreative che invece sono vietate? Anche se i vasti spazi della montagna garantiscono in modo naturale il distanziamento delle persone, l’interpretazione delle norme si fonda sulla certezza che ogni itinerario va affrontato al momento e nelle condizioni giuste, inserendo prima di tutto nello zaino un profondo senso di rispetto nei confronti del prossimo. Così si potrà tornare tra i boschi e sui sentieri più in fretta, più liberi, e più consapevoli del valore di uomini e montagne. E potremo differenziarci alla scoperta di zone meno frequentate, che non mancano nella nostra provincia.
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