Italia e Estero

L’allarme: «Molti infettati in circolazione, tamponi in ritardo»

L'infettivologo Massimo Galli mette in guardia sui rischi della Fase 2
Persone in strada a Milano - Foto Ansa/Andrea Fasani © www.giornaledibrescia.it
Persone in strada a Milano - Foto Ansa/Andrea Fasani © www.giornaledibrescia.it
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«Quella di Milano è un po’ una bomba», perché «in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. È evidente che sono necessari maggiori controlli». 

A dirlo in una intervista a Repubblica è Massimo Galli, primario di Malattie Infettive all'Ospedale Sacco di Milano. 

In merito alla Fase 2 dell'emergenza coronavirus, Galli sottolinea il ritardo con cui si sta procedendo all’individuazione dei contagi fuori dagli ospedali: «Le nuove diagnosi riguardano cittadini riusciti finalmente ad ottenere un tampone. Quello che disturba è che avrebbero potuto ottenere un test molto prima».

Rispetto all’indagine sulla diffusione dell’epidemia, «si dovevano raggiungere coloro ai quali è stato detto di restare buoni a casa con i sintomi, per avviare il tracciamento dei contatti, e non mi riferisco solo alla Lombardia», sostiene Galli. 

Rispetto alla circolazione del virus, Galli ha poi spiegato stamattina ad Agorà, su Rai 3, come sia «improbabile che il virus girasse sottotraccia già a ottobre. Non è pensabile che singole persone che hanno preso un'influenza a ottobre abbiano avuto il coronavirus. Perché questo è un virus che quando arriva si diffonde subito velocemente. Se così fosse stato quindi, queste persone avrebbero subito generato molti altri casi tra i loro contatti». 

I dati, prosegue, «ci dicono che è comparso nell'uomo tra ottobre e novembre in Cina e ha avuto una evoluzione rapida, lì, tra dicembre e gennaio. Se ci fossero stati casi prima avremmo avuto epidemie prima in giro per il mondo». A meno, conclude, «di non pensare che fosse un virus più tranquillo all'epoca, ma non è cosi».

 

 

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