Italia e Estero

Coronavirus, Conte: «L'Italia non si arrenda, restiamo uniti»

Nel giorno forse più difficile per il governo dallo scoppio dell'emergenza Covid-19 il messaggio del premier e il punto della situazione
A Palazzo Chigi ministri e premier - Foto © www.giornaledibrescia.it
A Palazzo Chigi ministri e premier - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La sfida del Coronavirus «non ha colore politico, è una sfida di tutti e chiama a raccolta l'intera nazione, una nazione che non si arrende».

Nel giorno forse più difficile per il governo dallo scoppio dell'emergenza Covid-19, il premier Giuseppe Conte, in un messaggio erga omnes via Facebook, tenta di stoppare allarmismi.

Lo fa poche ore dopo l'annuncio della chiusura di scuole e università fino al 15 marzo e mentre assicura aiuti a lavoratori e imprese alle parti sociali giunte a Palazzo Chigi. Ma i 3,6 miliardi pensati qualche giorno fa per il decreto sulle misure economiche potrebbero non bastare.

«Chiederemo all'Ue tutta la flessibilità necessaria, e l'Europa dovrà venirci incontro», sottolinea non a caso Conte. L'aria, a Palazzo Chigi, è quella dell’emergenza. La preoccupazione che il sistema sanitario non regga esiste, così come cresce la sensazione che, per risollevare l'economia italiana, servirà più di un decreto e ben più di 3,6 miliardi.

Piano straordinario. «Appronteremo un piano straordinario di opere pubbliche e private», assicura Conte spiegando che, per alcuni investimenti, verrà applicato lo stesso modello usato a Genova per il Ponte Morandi. Misure eccezionali, insomma, che vedranno luce nel decreto della prossima settimana e in un terzo provvedimento. Il governo in Cdm darà il suo ok allo scostamento dai saldi di bilancio. E che si tratti solo dello 0,2% è tutto da vedere.

Cassa in deroga e congedo parentale. Intanto il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo annuncia «cassa in deroga per tutta Italia» mentre sono allo studio misure (possibile un congedo parentale eccezionale chiesto anche da Attilio Fontana durante il consueto punto della situazione in Lombardia) per i genitori che si assentino dal lavoro per tenere i figli. Anche perché c’è una società civile che incalza il governo.

Confindustria. «È il momento di un whatever it takes», è la linea che il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia indica al governo. Con gli aiuti alle imprese chiediamo «stop ai licenziamenti e strumenti straordinari per gli investimenti», sottolinea il segretario della Cgil Maurizio Landini. Conte vede sindacati, associazioni di categoria, associazione di imprese, governatori delle Regioni. A tutti chiede uno sforzo comune.

Scuole e università. Aule virtuali, e-learnig, registri elettronici, anche openday sul web: la sospensione fino al 15 marzo delle attività didattiche in tutta Italia, provvedimento di «contenimento» del contagio da coronavirus preso dal governo su «indicazione dell'Iss», è un evento senza precedenti nella storia della Repubblica e coinvolge tutta la filiera, dalle materne agli atenei. Ma da Viale Trastevere l'indicazione, che emerge con forza anche dalla bozza del nuovo Dpcm, è chiara: nessuno dovrà perdere l'anno. I dirigenti scolastici dovranno attivare, «ove possibile e per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità». Sul sito del ministero dell'Istruzione è stata creata una apposita area per dare informazioni alle famiglie e una sezione pensata per consentire a tutte le scuole di realizzare proprio la didattica a distanza. 

Calcio e campionato. Un mese di calcio a porte chiuse, e il campionato di calcio può ripartire. La soluzione, ancorchè parziale, dell'ingorgo del calendario arriva con la decisione del governo di fermare l'afflusso del pubblico negli stadi fino al 30 marzo. Ma resta la conflittualità in Lega, e Marotta propone «un'assemblea per ritrovare unità».

Dopo il tira e molla della scorsa giornata di serie A, dopo il rinvio in extremis a data da destinarsi delle due semifinali di Coppa Italia - Juve-Milan di stasera e Napoli-Inter di domani -, con un calendario dalle difficoltà quasi esplosive, la Lega di A ha provato a riunirsi a Roma per tracciare un programma di rientro. Operazione riuscita a metà, visto che l'assemblea è saltata per mancanza di numero legale. Il consiglio ha invece ratificato un accordo tra i club, che prevede di riprendere dalle partite sospese facendo slittare un turno. Così, Juve-Inter sarà domenica sera, ufficialmente senza pubblico, non appena il premier Conte firmerà il decreto (altrimenti, sarebbe stato lunedì) già annunciato: e anche le altre partite da recuperare della 26esima si giocheranno tutte domenica - con Milano-Genoa che oscilla tra 12.30 e 18.00, due partite (Parma-Spal e Sassuolo Brescia) alle 15, Udinese-Fiorentina alle 18, e l'anticipo del sabato Samp-Verona.

Perchè tutto diventi ufficiale, si aspetta il nuovo Dpcm: lì sono contenute le nuove linee guida sull'emergenza coronavirus. Nelle quali è consentito di disputare partite a porte chiuse ma con obbligo per le società di controlli su atleti, tecnici e dirigenti per limitare il rischio di contagio. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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