Caffè, barbiere e mascherine: le foto della ripartenza
Termoscanner e lavoro, distanziamento e caffè, mascherina e un taglio dal barbiere.
Così il 18 maggio si cerca di ripartire dopo la fase acuta dell’emergenza coronavirus. Tavolini al bar ben distanti, ma dopo due mesi si può assaporare un espresso seduti, anche se nelle ultime settimane almeno l’asporto era consentito. E poi le teste disordinate che ci siamo abituati a vedere al supermercato o alle riunioni virtuali mano a mano diventeranno meno ribelli. Insomma, un po’ alla volta si cerca di tornare alla (nuova) normalità, quella che, ancora per un po’, sarà fatta di mascherine, guanti e gel igienizzante. Ma almeno si può circolare e vedere amici e parenti.
«Il trauma per quanto abbiamo vissuto è enorme e non passa ma ripartiamo», racconta un barista del centro città. «Avevo 40 posti a sedere e ora con le nuove norme ne ho solamente 13» spiega. «Per ripartire ho già speso 5mila euro. Ora aspetto gli aiuti promessi». Lista di prenotazioni già molto lunghe dai parrucchieri, ma c'è chi ancora non è pronto e riaprirà tra una settimana. Per strada tutti indossano le mascherine e fuori dalle attività la gente aspetta il proprio turno in coda.
«Questo è un momento delicato, il lavoro più importante sarà il monitoraggio, il tenere sotto controllo il più possibile il territorio e le persone toccate dal virus - ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana -. Non ci sono dubbi che le infezioni in questi giorni aumenteranno, perché più c'è contatto più aumenteranno. Noi dobbiamo cercare di tenerle sotto controllo, evitare che si diffondano in maniera incontrollata, evitare che nascano nuovi focolai. Noi dobbiamo impedire che il virus possa tornare a correre».
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