Come nasce il fucile da tiro a volo più vincente di sempre

È il sovrapposto DT11 prodotto dalla storica fabbrica d’armi Beretta di Gardone Val Trompia: alle Olimpiadi di Parigi ha vinto 14 medaglie su 15
Gabriele Rossetti in gara a Parigi - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
Gabriele Rossetti in gara a Parigi - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
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Quasi cinquecento anni di storia, la sapienza manuale degli artigiani valtrumplini, la continua ricerca che porta alla continua innovazione, l’attenzione ai propri atleti e un pizzico di fortuna. Sono questi gli ingredienti che hanno portato la storica fabbrica Pietro Beretta di Gardone Val Trompia alla vittoria di 14 delle 15 medaglie disponibili nel tiro a volo sportivo alle Olimpiadi di Parigi: skeet maschile, femminile e squadre miste, trap maschile e femminile. Solo in quest’ultima gara il bronzo non è stato targato Beretta, ma da Perazzi, altra azienda bresciana.

Beretta, incetta di medaglie alle Olimpiadi di Parigi

Cinque ori, cinque argenti e quattro bronzi: un bottino che, in soldoni, vale il 93% dei podi disponibili, con poco più della metà degli atleti in gara equipaggiati con i fucili bresciani.

Un bottino che migliora il risultato di Rio del 2016 e quello di Tokyo nel 2021. E ora si guarda già a Los Angeles 2028.

«È stato un risultato straordinario: per noi Parigi rimarrà nella storia per quello che siamo riusciti ad ottenere – sottolinea Carlo Ferlito, ceo della Pietro Beretta –. I nostri atleti provengono da tutti i paesi del mondo, il che ci consente di avere una squadra di persone molto diverse, e di unire nazioni lontane attraverso la passione straordinaria per il tiro a volo. Ovvio che quando riesci ad avere degli atleti in finale le possibilità di vittoria aumentano, poi oltre a tanta bravura ci vuole anche un pizzico di fortuna».

Il fucile sovrapposto DT11

Nello showroom della storica sede in via Pietro Beretta 18 nella capitale dell’armiero, nelle vetrine trova spazio buona parte dei fucili attualmente in produzione, ma soprattutto il protagonista di questi risultati sportivi: il sovrapposto DT11, nato appunto nel 2011.

Le canne del DT11 sono il suo fiore all'occhiello - © www.giornaledibrescia.it
Le canne del DT11 sono il suo fiore all'occhiello - © www.giornaledibrescia.it

Un fucile assemblato interamente in Val Trompia dagli artigiani armieri eccellenza di questa terra, nello stabilimento da dove escono le armi della linea di lusso. Qui lavorano le migliori maestranze: Matteo ha un’esperienza trentennale nella realizzazione dei calci, che fa nascere dai pezzi grezzi di legno sbozzandoli e rifinendoli prima grossolanamente, poi finemente con sinuosi movimenti di raspa e lima, dando forma alle esigenze tecniche e specifiche dei diversi clienti.

  • La lavorazione del calcio del fucile
    La lavorazione del calcio del fucile - © www.giornaledibrescia.it
  • La lavorazione del calcio del fucile
    La lavorazione del calcio del fucile - © www.giornaledibrescia.it
  • La lavorazione del calcio del fucile
    La lavorazione del calcio del fucile - © www.giornaledibrescia.it

Nello stabilimento lavorano tanti giovani e giovanissimi, a riprova del legame e dell’investimento dell’azienda sulle scuole e sulla formazione. Sono gli artigiani di oggi che diventeranno le eccellenze di domani, proprio come Matteo.

Tecnica ed eccellenza

Il DT11 è il più vincente di sempre - © www.giornaledibrescia.it
Il DT11 è il più vincente di sempre - © www.giornaledibrescia.it

Sono altre due specifiche tecniche che rendono il DT11 un fucile così performante: le canne e il gruppo scatto: «La nostra azienda quasi 500 anni fa è nata costruendo solo canne di fucile – spiega Ferlito – e queste sono l'ingrediente fondamentale nel tiro a volo perché servono per trasferire un'energia a un bersaglio che viaggia a una velocità importante, a 30 metri di distanza dal tiratore, e per fare questo utilizziamo dei profili e dei materiali unici, particolari e brevettati, che ci consentono di ridurre al massimo gli attriti garantendo che i pallini che volano nell'aria ci arrivino con la massima energia possibile e con la rosata più uniforme possibile per andare a colpire il bersaglio».

  • Alcuni dettagli della lavorazione del blocco a scatto del fucile - © www.giornaledibrescia.it
  • Alcuni dettagli della lavorazione del blocco a scatto del fucile - © www.giornaledibrescia.it
  • Alcuni dettagli della lavorazione del blocco a scatto del fucile - © www.giornaledibrescia.it
  • Alcuni dettagli della lavorazione del blocco a scatto del fucile - © www.giornaledibrescia.it
  • Alcuni dettagli della lavorazione del blocco a scatto del fucile - © www.giornaledibrescia.it

Da qui si parte poi per personalizzare il sovrapposto secondo le esigenze dell’atleta, tra chi spara in anticipo, chi è più attendista, chi preferisce inseguire il piattello. «L'altra parte straordinaria di questo fucile è il gruppo scatto, realizzato con le molle utilizzate nei fucili di lusso. Si tratta di molle a lamina, non elicoidali, che hanno quella gli inglesi chiamano «crispyness», cioè quella velocità di scatto e di pulizia di scatto che rende l'esperienza di tiro performante: il tiratore non deve pensare a nulla se non a colpire e rompere il bersaglio.

Carlo Ferlito, ceo della Pietro Beretta - © www.giornaledibrescia.it
Carlo Ferlito, ceo della Pietro Beretta - © www.giornaledibrescia.it

Ed è proprio la combinazione di lavorazioni tecnologiche all’avanguardia, ricerca e innovazione continua, unite alla sapienza dei migliori artigiani armaioli del mondo, che hanno reso negli anni il DT11 il fucile più vincente di sempre.

Atleti in azienda e tecnici in gara

Il quattro volte campione olimpico Hancock saluta Rossetti - Foto Ansa/Epa/Vassil Donev © www.giornaledibrescia.it
Il quattro volte campione olimpico Hancock saluta Rossetti - Foto Ansa/Epa/Vassil Donev © www.giornaledibrescia.it

Negli anni a Gardone Val Trompia sono passate diverse celebrità per visitare la fabbrica e il museo, dove sono custodite alcune delle pietre miliari della storia armiera di Beretta, tra cui anche i primi fucili per il tiro al volo approntati per la scuola scandinava.

  • Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia
    Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia - © www.giornaledibrescia.it
  • Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia
    Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia - © www.giornaledibrescia.it
  • Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia
    Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia - © www.giornaledibrescia.it
  • Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia
    Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia - © www.giornaledibrescia.it
  • Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia
    Il museo aziendale di Beretta a Gardone Val Trompia - © www.giornaledibrescia.it

Gardone è tappa fondamentale per tutti gli atleti che fanno parte della squadra: «Vengono da noi per prendere confidenza con l’arma, per cercare di adattarla alle loro conformazioni fisiche: ogni fucile è preparato ad hoc – continua Ferlito – ma abbiamo anche una squadra di tecnici che assistono alle più grandi competizioni e raggiungono gli atleti dove si stanno allenando, ovunque nel mondo». L’azienda di Gardone si occupa anche dell’abbigliamento degli atleti e produce una linea tecnica realizzata con materiali sportivi e anatomico.

Una disciplina da diffondere

La domanda sorge d’obbligo: è l’atleta che sceglie Beretta o Beretta che sceglie i propri atleti? «È una combinazione delle due cose – risponde Ferlito -. Tendenzialmente accettiamo nella nostra squadra atleti con determinate caratteristiche, compresa la passione per questo sport e la volontà di diffonderlo sempre più. L’azienda poi cerca di offrire loro tutti gli strumenti possibili per renderli più performanti, compresa un’app, da noi sviluppata e studiata, che tiene traccia dei loro allenamenti, fornendo una serie di dati che poi possono aiutarci a migliorare le loro performance».

L'atleta cinese Yiting Jiang imbraccia il suo fucile Beretta - Foto Ansa/Epa/Vassil Donev © www.giornaledibrescia.it
L'atleta cinese Yiting Jiang imbraccia il suo fucile Beretta - Foto Ansa/Epa/Vassil Donev © www.giornaledibrescia.it

Il DT11 però è destinato a lasciare spazio sulla pedana a un nuovo fucile: è il modello SL2, con il quale Beretta equipaggerà gli atleti in vista delle prossime Olimpiadi, quelle di Los Angeles nel 2028, per raggiungere nuovi e ancor più ambiziosi obiettivi. «A volte è facile vincere mentre è difficile confermarsi – conclude Ferlito –, noi ci riusciamo da tre edizioni delle Olimpiadi e anzi cresciamo. L'obiettivo a Los Angeles sarà proseguire il trend e lo faremo sviluppando i nostri prodotti al meglio. Dobbiamo cercare di mantenere questi risultati per garantire che il tiro a volo - fatto di focalizzazione dell’atleta, attenzione e concentrazione - possa avere un futuro sempre più brillante».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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