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Clara Gibertoni, la «registrar» bresciana custode dell’arte nel mondo

Barbara Fenotti
Originaria di Gardone Valtrompia, al Museo Picasso di Parigi si occupa della gestione delle fasi tecniche e organizzative prima, durante e dopo le mostre. In Italia il suo lavoro è riconosciuto solo da luglio 2024
Clara Gibertoni mentre imballa un'opera d'arte - © www.giornaledibrescia.it
Clara Gibertoni mentre imballa un'opera d'arte - © www.giornaledibrescia.it
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Mentre la si ascolta parlare l’immagine che viene in mente è quella di Indiana Jones, il leggendario archeologo del cinema impegnato tra mille rocambolesche avventure in giro per il mondo alla ricerca di antichi reperti e civiltà perdute.

Qualcosa in comune, in effetti, Jones e Clara Gibertoni ce l’hanno: la mission di entrambi è custodire l’arte. Per farlo, tutti e due sono chiamati ad affrontare viaggi e peripezie che richiedono un certo sangue freddo. Clara, che il prossimo 24 febbraio compirà 33 anni, da due e mezzo ricopre un ruolo cardine nell’organizzazione di mostre al Musée Picasso di Parigi.

La giovane donna di Gardone Valtrompia è figlia d’arte: la mamma è Marisa Guerini, artista di lungo corso che di recente si è classificata al primo posto per la sezione scultura nell’ambito del concorso «Premio d’arte Comune di Sarezzo», mentre il papà, Paolo Gibertoni, è stato fino a qualche anno fa professore di educazione artistica alla secondaria di primo grado di Lumezzane.

La 32enne, residente a Parigi da 10 anni, con l’arte è in rapporti più «tecnici»: è una registrar, una figura ancora poco conosciuta in Italia (è stata inserita nel registro delle professioni artistiche solo lo scorso luglio, mentre in Francia, Regno Unito e Usa c’è dagli anni ‘80/’90) che si occupa di tutte quelle fasi tecniche e organizzative prima, durante e in seguito alle mostre museali.

Clara Gibertoni - © www.giornaledibrescia.it
Clara Gibertoni - © www.giornaledibrescia.it

Dopo aver seguito il corso triennale di Storia dell’arte a Venezia si è trasferita alla École du Louvre di Parigi. Ha mosso i primi passi nel mondo del lavoro alla Fondazione Giacometti di Parigi, per approdare nell’agosto del 2022 al Museo Picasso. «Ho presentato il mio curriculum e una lettera di presentazione e, al termine del colloquio, mi hanno presa».

Cos’è il registrar

Nel concreto un registrar è impegnato da un punto di vista logistico a fare in modo che il risultato finale di una esposizione museale sia ottimale: dalla gestione fisica dell’opera d’arte, inclusa l’assistenza durante il suo trasporto fisico, passando per la sottoscrizione delle (spesso milionarie) assicurazioni, la selezione tramite bando pubblico delle ditte e dei collaboratori esterni e il controllo dello stato delle opere al loro arrivo, questa figura sta dietro le quinte ma è il professionista cardine che coordina ogni singola fase. «Sono la capo progetto - spiega -: orchestro ogni singolo passaggio dall’inizio alla fine affinché la mostra sia creata in base al budget stabilito dal commissario».

Tra i suoi compiti c’è anche quello di accompagnare le opere fisicamente, e non è poi così strano che Clara si ritrovi nella cabina di pilotaggio insieme a chi guida il cargo con a bordo le casse contenenti quadri e sculture da trasportare da una parte all’altra del Pianeta.

«Il mio è un lavoro affascinante, pieno di sfide e avventuroso, che ti permette di conoscere gente e vedere luoghi di ogni parte del mondo - spiega la registrar gardonese -. Certo, occorre allenarsi ad avere una buona dose di sangue freddo, perché ci sono molte occasioni in cui è indispensabile avere ottime doti di problem solving». Un esempio? Una volta, alla vigilia di una mostra sull'Antico Egitto, una delle statue è uscita dall’imballaggio rotta.

Sotto pressione

«All’inizio è un dramma - spiega Clara - ma poi ci fai il callo e, quando ricapita, impari a gestire le emozioni alla perfezione. Risolvere problemi è parte integrante del mio lavoro». Solo pochi giorni fa, invece, ha dovuto affrontare un controllo doganale in Cina: gli addetti avevano l’ordine di aprire tutte le casse e farle passare ai raggi. Tuttavia le opere non possono essere sottoposte a questo tipo di procedura, che falsifica la lettura al carbonio 14 utilizzata per datare. Così Clara in fretta e furia ha dovuto richiedere e compilare le carte del Ministero per evitare che le casse venissero aperte e il loro contenuto passato ai raggi.

Al lavoro su un'opera - © www.giornaledibrescia.it
Al lavoro su un'opera - © www.giornaledibrescia.it

«Una volta un camion con a bordo le opere si è rotto in mezzo al nulla in Repubblica Ceca: il che costituisce un problema anche a fronte del fatto che a determinate temperature quadri e non solo possono riportare seri danni».

Un registrar, del resto, deve possedere anche nozioni di fisica e chimica per conoscere le possibili reazioni dei materiali a un eventuale shock climatico, oppure al prendere un aereo e così via. «Spero che la mia professione prenda piede presto anche in Italia, dove ancora i compiti del registrar sono affidati a imprese esterne - conclude Clara - e la formazione per diventarlo, a quanto mi risulta, è ancora appannaggio di poche scuole private».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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