Chiara Corbetta: «A Parigi l’ispirazione che da noi manca»
Per qualche anno è stata nomade, non digitale, ma nel senso stretto del termine. «Andavo dove trovavo lavoro, Vienna, Lione, l’alloggio me lo trovavano di volta in volta le compagnie. Poi ho vissuto in Lituania per due anni, ma è solo quando mi sono trasferita a Parigi che ho trovato un posto da chiamare casa». Chiara Corbetta ha 29 anni, è nata a Brescia ed è una ballerina professionista. Fa danza contemporanea (che ha studiato a Londra), teatro e nel tempo libero partecipa alle «battaglie» di «vogueing», uno stile di danza nato negli anni Sessanta nei locali gay e trans frequentati soprattutto da persone latinoamericane e afroamericane.
«È una scena underground che dà a ciascuno la possibilità di esprimersi sentendosi al sicuro. Per me, come donna, è importante partecipare e supportare questo tipo di spazi». È una delle ragioni che le fanno scegliere Parigi, dove oggi lavora per tre compagnie di danza dopo varie esperienze da freelance. Un’altra è il sostegno pubblico dato alla cultura nelle sue varie forme: «Qui lo Stato investe molto. E le iniziative sono tantissime: è quasi impossibile non essere ispirati dall’atmosfera giovane che c’è, e che in Italia manca». In quanto professionista e iscritta all’Aire, Corbetta può ricevere dallo Stato francese un contributo economico mensile per i lavoratori dello spettacolo in base alle ore lavorate. «Questo mi permette di dedicare ore della mia settimana anche ad allenarmi, formarmi e fare ricerca artistica», spiega.
Non esclude di tornare in Italia un giorno, «magari a Milano dove l’ambiente artistico sta crescendo molto», ma non ora: «Parigi può essere estenuante ma è il posto migliore per quello che faccio. Se tornassi, mi piacerebbe portare quello che ho imparato, soprattutto temi che in Italia sono ancora poco presenti».
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