A Sant’Alessandro, dove i detenuti ritrovano la strada verso la libertà

Un cammino di reinserimento, un percorso verso la normalità, verso la vita libera. Per essere pronti ad affrontare la vita dopo che la pena sarà stata scontata. È un progetto innovativo, non solo per Brescia (tra i primi in Italia), quello messo in campo a Sant’Alessandro dalle parrocchie del centro storico coordinate da mons. Giovanni Manenti. Al centro dell’iniziativa c’è un gruppo di detenuti di Canton Mombello quasi giunti al termine della condanna carceraria; persone che vengono supportate per essere pronte a gestirsi autonomamente quando la libertà sarà integralmente riconquistata.
Dove
Negli spazi sopra il cinema Moretto ha aperto il Centro diurno esterno, dove, appunto, i detenuti a fine pena possono, spiega il parroco, «ritrovare quella quotidianità caratterizzata da un senso di normalità, se così possiamo dire, dopo aver ovviamente espiato il loro errore». Monsignor Manenti si occupa di Sant’Alessandro, Sant’Afra, San Lorenzo e Santa Maria in Calchera dal 2023; nel giro di soli due anni ha messo in campo una riorganizzazione molto significativa anche degli ambienti delle varie parrocchie, un percorso (che richiederà ovviamente del tempo) che mira ad una gestione efficiente coniugata con una valorizzazione in chiave sostenibile degli spazi, pensando (dove possibile) a nuove destinazioni. A Sant’Afra, per fare un esempio, ha trovato casa il magazzino del Vol.ca., il gruppo di volontari che opera in carcere, e che sorge proprio nel territorio di Sant’Afra; un’ampia stanza è così diventata il deposito per abiti, prodotti di igiene e molto altro: spesso i carcerati hanno necessità di ogni cosa.

Protagonisti
Tornando al Centro diurno, il progetto nasce da una collaborazione tra la Parrocchia (con la Caritas diocesana) e la cooperativa sociale Comunità Fraternità; i detenuti sono seguiti anche da operatori della Cooperativa di Bessimo. Sono attualmente coinvolte quindici persone che trascorrono nella struttura due giornate a settimana, il martedì e il giovedì, anche cucinando e mangiando insieme. Per i momenti di svago c’è anche un campetto da calcio. Il progetto è supportato da fondi della Caritas e dello Stato, la copertura è garantita per tutto il 2025, con l’auspicio che si possa continuare rendendo l’iniziativa stabile nel tempo.

«Un’esperienza di vita comune – racconta mons. Manenti – che offre una prospettiva di speranza nella vita di queste persone». Proprio quella speranza che papa Francesco ha voluto come elemento caratterizzante per il Giubileo.
Impegno
Il Centro di Sant’Alessandro risponde poi a un desiderio espresso dal vescovo Pierantonio Tremolada proprio per l’anno giubilare in corso: realizzare iniziative che si occupino dei carcerati. In ambito diocesano ha così preso corpo «Via dei Bucaneve, 25: la libertà trova casa», iniziativa realizzata da Vol.ca. e Caritas; due i fronti di azione: il primo riguarda un supporto per chi lascia il carcere e deve reinserirsi nella società, il secondo riguarda invece l’assistenza a chi è ancora in carcere.
Le parrocchie del centro storico si sono già mosse, e continueranno a farlo. «Crediamo profondamente – conclude mons. Manenti – in questo percorso di responsabilizzazione, supporto e reinserimento nel tessuto sociale. Un passo importante verso una comunità più giusta e solidale».
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