«Bepi» compie 102 anni: «Il mio segreto? Lavoro e famiglia»
Incontriamo Giuseppe Scolari, detto «Bepi», alla vigilia del suo 102esimo compleanno. Lo troviamo immerso in uno dei suoi soliti lavori manuali nella casa di via Mazzini, a Gussago: dipinge la ringhiera di casa con l’attenzione di chi non ha mai smesso di prendersi cura del proprio mondo.
«Ho sempre lavorato con le mani», ci racconta con un sorriso tra una pennellata e l’altra. E così, tra ricordi di guerra e impegni quotidiani, si dipana la storia di una vita straordinaria. Nato il 17 settembre 1922, Giuseppe ha vissuto la guerra, attraversato profondi cambiamenti sociali, e nonostante tutto, continua a portare avanti con fierezza le sue giornate. La Seconda guerra mondiale, racconta con lucidità, ha segnato profondamente la sua giovinezza: «Durante la guerra guidavo i camion, portavamo rifornimenti al fronte sotto i bombardamenti. Avevo 20 anni. Ricordo i bengala che illuminavano il cielo, costringendoci a nasconderci a terra. Eravamo a supporto dell’artiglieria e della fanteria. Abbiamo portato rifornimenti fino in Russia; non è stato per niente facile, ma abbiamo fatto il nostro dovere e siamo arrivati anche lì. Eravamo a supporto dei tedeschi. Una notte mi sono salvato da una scarica di mitra buttandomi dietro un albero». Poi il ritorno a casa a piedi dalla Russia fino in Italia: «Ho perso praticamente tutti i miei compagni. È stato terribile».
Nel Dopoguerra
Tornato a Gussago dopo il conflitto, «Bepi» ha ripreso in mano la vita, aiutando la madre a crescere gli altri sei figli dopo la morte prematura del padre. Lavorava come manutentore meccanico, un mestiere che lo ha appassionato per tutta la vita: «Mi occupavo di presse meccaniche e di impianti elettrici. Sono andato in pensione a 58 anni, ma non ho mai smesso di fare qualcosa. Oggi mi dedico al giardino, alle piante e ai piccoli lavori di casa. Non mi piace stare con le mani in mano».
La famiglia
A 102 anni, «Bepi» è ancora incredibilmente attivo: ogni giorno monta in sella alla sua bicicletta per andare a trovare sua moglie Palmina – all’Ospedale e Casa di Riposo Richiedei di Gussago – che di anni ne ha 95. Due i figli, uno purtroppo morto da ragazzo in un incidente stradale, quattro nipoti, nove pro-nipoti e un pro-pro-nipote. Una vita vissuta appieno con amore e dignità. «Qualche dolorino c’è, certo», dice con un’alzata di spalle, «ma non mi lamento. La vita mi ha dato tanto, e io sono ancora qui. Il segreto? Non ce n’è uno vero e proprio. Non ho mai bevuto troppo, non ho mai fumato e ho sempre lavorato».
La sua mente torna spesso al passato, ai tempi in cui la solidarietà tra le persone era un valore fondamentale. «Oggi i tempi sono cambiati. La gente non si aiuta più come una volta», riflette con un velo di nostalgia.
Desideri di compleanno
Tuttavia, il suo spirito resta sereno, proiettato verso il futuro, con un desiderio semplice per il suo compleanno: «Una torta, una bottiglia di vino e la compagnia di amici e parenti. Questo è tutto quello che desidero per festeggiare».
Mentre ci congediamo, Bepi ci saluta con un sorriso e una promessa: «Finché il Signore mi tiene qui, continuerò a fare quello che ho sempre fatto. Non c’è posto migliore di casa, con le mani impegnate e la famiglia vicina».
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